A lasciare il nord Italia a secco è un 2023 che si classifica fino ad ora come il più bollente di sempre con una temperatura di 1,44 gradi superiore alla media storica, ma l’anomalia riguarda l’intera Penisola dove la temperatura è stata comunque superiore di 0,76 gradi nei primi due mesi dell’anno. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Isac Cnr che rileva le temperature in Italia dal 1800 che evidenzia anche precipitazioni al di sotto della media nel primo bimestre dell’anno dopo un 2022 in cui è caduta il 30% di pioggia in meno. L’annunciato ritorno della pioggia – sottolinea la Coldiretti – e’ importante per dissetare i campi resi aridi dalla siccità e ripristinare le scorte idriche nei terreni, negli invasi, nei laghi, nei fiumi ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell`arco alpino ed appenninico. Gli effetti sono evidenti con i grandi laghi che – continua la Coldiretti – hanno ora percentuali di riempimento che vanno dal 19% del lago di Como al 36% del lago di Garda fino al 40% di quello Maggiore mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è a -3,2 metri e si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico. Il risultato è che in Italia sono circa 300mila le imprese agricole che si trovano nelle aree più colpite dall’emergenza siccità soprattutto nelle aree del Centro Nord con la situazione più drammatica che si registra nel bacino della Pianura Padana – spiega Coldiretti – dove nasce quasi 1/3 dell’agroalimentare Made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo.