Il Consiglio di Amministrazione di Ariston Holding N.V. si è riunito e ha approvato la relazione annuale per l’esercizio conclusosi il 31 dicembre 2022. I ricavi netti sono stati pari a 2.378,8 milioni di euro, con una crescita del 19,7% rispetto ai 1.987,3 milioni di euro registrati nel 2021. La crescita è stata più forte nel Thermal Comfort rispetto alle altre due divisioni e si è concentrata in Europa e in Asia/Pacific & MEA. L’EBITDA si è attestato a 283,5 milioni di euro, in crescita del 14,8% rispetto ai 246,9 milioni di euro dell’anno precedente, mentre l’EBIT si è attestato a 193,7 milioni di euro, in aumento del 13,2% rispetto ai 171,2 milioni di euro del 2021. Questi margini sono presentati anche in forma rettificata, più adatta ad apprezzare l’andamento della normale gestione aziendale, con l’esclusione di costi o ricavi non rappresentativi; le rettifiche più significative per il 2022 sono costi straordinari legati all’alluvione di settembre in due stabilimenti (al netto di un rimborso assicurativo preliminare), spese connesse all’attività di M&A, e – per l’EBIT – l’ammortamento della PPA. L’EBITDA adjusted si è attestato a 305,3 milioni di euro, con una crescita del 10,8% rispetto ai 276,8 milioni di euro registrati nel 2021, con una diminuzione del margine sui ricavi netti dal 13,9% al 12,8%. L’EBIT adjusted si è attestato a 222,6 milioni di euro, in crescita del 9,4% rispetto ai 203,4 milioni di euro del 2021. Il corrispondente margine sui ricavi netti è passato dal 10,2% al 9,4%. La diluizione derivante dalle fusioni e acquisizioni, l’aumento delle spese commerciali, generali e amministrative per sostenere la crescita, l’aumento dei prezzi delle materie prime registrato subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina e l’ulteriore impennata dei prezzi dell’energia sono stati mitigati dalla leva operativa e dalle iniziative di pricing, soprattutto nell’ultima parte dell’anno. L’utile netto dell’anno ha raggiunto 140,3 milioni di euro, il 2,9% in più rispetto ai 136,3 milioni di euro del 2021. L’aliquota fiscale consolidata corrispondente è stata del 22,0%, contro il 17,6% insolitamente basso dell’anno precedente, conseguenza di un beneficio fiscale una tantum. 3 Il free cash flow dell’anno è stato pari a 63,4 milioni di euro, rispetto agli 88,3 milioni di euro del 2020. Il calo rispetto all’anno precedente è legato a un livello medio più elevato di capitale circolante netto sulle vendite, ma come previsto l’ultimo trimestre dell’anno è stato fortemente positivo (+125,7 milioni di euro). L’indebitamento finanziario netto (calcolato secondo le linee guida ESMA 32-382-1138) è passato da 149,0 milioni di euro di liquidità netta al 31 dicembre 2021 a 60,2 milioni di euro di liquidità netta al 31 dicembre 2022, riflettendo il free cash flow ma anche il pagamento di Chromagen, l’acquisizione della quota residua di HTP, i dividendi agli azionisti e l’acquisto di 1,5 milioni di azioni proprie a servizio dei piani di incentivazione a lungo termine dei prossimi anni. A titolo di confronto, applicando il metodo di calcolo utilizzato prima dell’adozione delle linee guida ESMA, la posizione finanziaria netta è passata da 184,8 milioni di euro di liquidità netta a 98,9 milioni di euro di liquidità netta. La differenza principale è l’inclusione da parte dell’ESMA, tra le passività, delle opzioni put e call relative alle acquisizioni e della componente positiva del mark-to-market sui derivati. “I risultati del primo anno dopo la quotazione in Borsa, frutto della combinazione di una robusta crescita organica con un’acquisizione trasformativa, dimostrano ancora una volta la forza della nostra strategia”, ha commentato Paolo Merloni, nella foto, Presidente Esecutivo di Ariston Group – “Con l’aggiunta pro-forma di Centrotec Climate Systems, il fatturato è già oltre 3 miliardi di euro, con una solida redditività”.