TikTok piace e diverte con video virali, siparietti simpatici e il grande successo riscosso tra i più giovani, ma ha anche un costo per la privacy e le informazioni condivise. Per quanto non abbia di per sé un costo economico, utilizzare il social network della cinese ByteDance significa fornire gran parte dei dati presenti negli smartphone dei già 800 milioni di utenti in tutto il mondo che hanno scaricato l’applicazione. Alla fine del 2022 era stato il presidente Usa Joe Biden a chiedere ai dipendenti della Casa Bianca e agli apparati federali di disinstallare l’applicazione del social. Negli ultimi giorni Thierry Breton, commissario europeo per il Mercato interno, ha intimato a tutti coloro che lavorano nelle istituzioni europee, Commissione in particolare, di rimuovere TikTok dai propri telefoni. Questi i rischi che corrono secondo uno studio di Internet 2.0, una società di cybersicurezza australiana che sembra dare conferma alle preoccupazioni di Stati Uniti e Unione europea, tanto che molti Paesi occidentali stanno pensando di far rimuovere l’app dai telefoni di politici e dipendenti delle istituzioni, se non addirittura di bloccare completamente il social.
Quali sono i dati raccolti da TikTok?
Gli esperti hanno analizzato i codici che utilizza l’applicazione. I dati forniti, grazie a un’autorizzazione che l’utente rilascia già al momento di scaricare l’app, riguardano gli altri programmi presenti nel telefono, la posizione del dispositivo, il calendario e i contatti dell’utente, i dati relativi alla connessione internet, oltre agli abbonamenti digitali ai quali si è registrati. Il procedimento è stato riscontrato attraverso un attento studio da parte dei ricercatori australiani sulle versioni 25.1.3 per Android e 25.1.1 per iOS, grazie a un’analisi statica e dinamica del codice.
TikTok si comporta diversamente da altri social?
La dinamica dei dati personali forniti in cambio di un servizio apparentemente gratis accomuna molti social. Usare TikTok, secondo gli esperti, comporta però una continua e pervasiva condivisione con una delle più importanti aziende di sicurezza informatica al mondo, la cinese Guizhou Baishan Technology. Sulla base dei protocolli e dei codici utilizzati dal software, la mole di informazioni personali sarebbe ben superiore a quella di altre app, con relativi dubbi anche sulla diffusione dei dati stessi.
L’app effettua una mappatura dello smartphone: cosa significa?
Con questa procedura TikTok prende nota di quello che è installato nel telefono e della frequenza d’uso delle app, di fatto accedendo alle abitudini dei singoli. Grazie a un codice può inoltre controllare la posizione esatta del device una volta l’ora. La geolocalizzazione e il modo di usare il dispositivo portano quindi grandi possibilità per l’azienda proprietaria dell’app di conoscere il comportamento, i gusti e le preferenze di un utente, potendo delineare un profilo abbastanza attendibile, sulla base di quanto venga utilizzato uno smartphone quotidianamente.
TikTok accede a telecamera e microfono?
Proprio come una videochiamata, l’app chiede agli utenti di condividere le immagini e l’audio registrati attraverso l’utilizzo del social, anche solo per editare e pubblicare un video fatto al momento. La voce, i suoni e i volti forniti diventano così parte dei dati condivisi.
Quale più sistema è più sicuro, iOS o Android?
Per quanto i dispositivi iOS sembrino essere, secondo Internet 2.0, leggermente più sicuri rispetto ai corrispettivi Android, per via dei protocolli e delle autorizzazioni concesse alle app installate, per contro le evidenze che vi sia una constante connessione con il server cinese appartengono tutte alla sponda Apple, mentre per Android i ricercatori, al momento, non sono riusciti a trovarle. Differenze che non vanno però a determinare una condizione di totale sicurezza degli iscritti a TikTok, in termini di tutela della propria privacy.
Che rapporti ha ByteDance con il governo di Pechino?
Nata a Pechino nel 2012, ByteDance ha una commissione all’interno del partito comunista cinese e i suoi stessi impiegati ne sono membri. Già accusata di aver collaborato con i vertici delle istituzioni nella censura e nella sorveglianza dei contenuti che venivano ritenuti controversi dallo Stato, i legami sembrano essere ancora più stretti di quanto non sia stato finora dimostrato. Non devono apparire reazioni troppo estreme le considerazioni e le iniziative promosse dalle istituzioni occidentali, circa la rimozione dell’app o addirittura il suo stop completo paventato dagli Stati Uniti (per questo TikTok stessa sta provando a negoziare la propria posizione, dando almeno il segnale di voler cambiare lo status quo). Gli smartphone sono miniere d’oro di informazioni. A seconda delle cariche politiche ricoperte degli utenti che usano ogni giorno TikTok, appare evidente come questi dati possano assumere una notevole rilevanza politica.
Lorenzo Nicolao, corriere.it