(di Tiziano Rapanà) Il Beer&Food Attraction è oggi il luogo cardine nella lotta contro lo spreco alimentare in Italia. Voi ben sapete quanto la retorica abbonda sull’argomento. Qui no. La concretezza si palesa naturalmente. Non ci sono tempi da edificare o slogan da profanare. Così è scritto e si legge nitidamente: vietato l’ingresso alla fuffa. E dunque ecco la realtà che si fa accordo tra Uniobirrai e Biova Project, una start-up innovativa che si occupa di recuperare il surplus di cibo, per creare un modello di business sostenibile sia economicamente che ecologicamente. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di combattere lo spreco alimentare, partendo dall’idea che la birra rappresenti un ottimo modo per recuperare amidacei come pane, pasta e riso, creando una rete su tutto il territorio nazionale che favorisca sempre di più il recupero e la trasformazione. In Italia, ogni giorno vengono buttati 13mila quintali di pane. Con il pane scartato ogni giorno si potrebbero alimentare 25mila persone per un anno. L’accordo è stato siglato dal segretario nazionale di Unionbirrai, Simone Monetti, e dal fondatore di Biova Project, Franco Dipietro, insieme a Emanuela Barbano. Biova Project, fondata nel novembre 2019 a Torino, è una start-up innovativa di food innovation con la missione di ridurre lo spreco alimentare per il pianeta, creando prodotti sempre nuovi dall’alto valore aggiunto sia di gusto che economico e sociale. Con i progetti territoriali avviati in varie regioni d’Italia, l’accordo con Unionbirrai consentirà di diffondere ulteriormente il progetto, consentendo la trasformazione dei surplus il più vicino possibile alla sua area di recupero. Eccola è questa la bella occasione per il settore della birra e per il mondo della ristorazione e dell’alimentazione in generale, di contribuire alla lotta contro lo spreco alimentare, creando un modello di business sostenibile ed ecologicamente responsabile. Il recupero del surplus alimentare permetterà di creare nuovi prodotti di alto valore aggiunto, generando un impatto economico positivo per l’intera filiera alimentare.