Nel 2021 è stata Alghero la città italiana dove sono state consegnate più pizze a domicilio, seguita da Fossano (Cuneo) e Città di Castello (Perugia), secondo un’elaborazione dell’Ufficio studi di Confartigianato Imprese Sardegna basata sui dati di una nota piattaforma di ordini online. Tra i gusti preferiti, spicca la classica margherita, segnala l’organizzazione artigiana. In Sardegna l’anno scorso sono stati spesi oltre 300 milioni di euro per quest’alimento – circa 410 euro a famiglia – prodotto da oltre 1.500 pizzerie artigiane. La festa mondiale della pizza è stata istituita nel 2017, quando uno dei cibi più amati è stato inserito nel patrimonio mondiale dell’Umanità dal comitato Unesco per la protezione culturale immateriale. Secondo l’analisi dell’Ufficio studi di Confartigianato Sardegna, nel 2022 in Sardegna le 1.519 pizzerie artigiane impiegano oltre 3.500 addetti: nella vecchia provincia di Cagliari sono 786, nel Nord Sardegna sono 465, a Nuoro 786 e a Oristano 75. La professione del pizzaiolo, anche nel 2022, si è confermata tra le più ricercate dal mercato e non ha risentito particolarmente della crisi pandemica, grazie alle modalità di asporto e consegna a domicilio. Ma anche questo settore sta subendo i rincari delle materie prime, dell’energia e del costo dei trasporti. La farina è aumentata del 33,8% tra ottobre-novembre 2021 e ottobre-novembre di quest’anno, l’olio extravergine di oliva è cresciuto del 29%, quello d’oliva del 43,6%, quello di semi vari 16,6%ì e il burro del 23,5%, rileva Confartigianato. “Nonostante tutto questo, l’aumento del costo medio anche delle pizze artigianali è stato solo del 7%”, evidenzia Marco Rau, delegato dell’organizzazione agricola per l’alimentare. “I clienti sanno bene che da almeno 5-6 anni i prezzi dei nostri pizzaioli sono, praticamente, invariati e che le imprese si sono autotassate e hanno fatto sacrifici in questo lunghissimo periodo”.