Il Marocco potrebbe investire sul tartufo del deserto puntando sull’export, seguendo l’esempio della Spagna che esporta oltre il 95% delle 45 tonnellate del suo raccolto di tartufi nella vicina Francia. Ma con la siccità e il ritardo dell’arrivo dell’inverno, la stagione della raccolta del tartufo non sembra buona in Francia e i prezzi sul mercato francese non dovrebbero tardare a salire. La Francia – ipotizzano gli analisti – sarà quindi costretta a rivolgersi all’importazione di tartufi dai Paesi limitrofi del Mediterraneo, in primis il Marocco, produttore del terfass, appunto il tartufo marocchino. Chiamato anche il “tartufo del deserto” o “tartufo delle sabbie”, il fungo proviene maggiormente da tre aree. Nel nord-ovest, dalla foresta di Maâmora a est di Rabat , quest’ultima area popolata da querce da sughero dove i tartufi possono beneficiare del clima semiarido e del suolo acido. I tartufi si trovano anche nella regione orientale sull’altopiano con terreno calcareo, e infine nella zona della foresta di lecci, nell’ex regione di Doukkala-Abda. Molti coltivatori di tartufi si dedicano a questo commercio stagionale lungo le strade marocchine tra marzo e maggio a seconda della regione. Eppure, nonostante il loro raccolto attivo, i tartufi del deserto o della sabbia sono molto poco consumati in Marocco. Sono più spesso usati come verdura che accompagna un tagine e le popolazioni delle regioni di produzione gli conferiscono virtù molto nutritive. Intanto un team dell’Università Mohammed V di Rabat lavora dall’aprile 2015 allo sviluppo della coltivazione di specie di tartufi marocchini, gran parte dei quali è destinato all’esportazione. Bisogna aggiungere- come segnalano i media nazionali – che i tartufi marocchini soffrono di una mancanza di popolarità. Non sono così popolari, ad esempio, come il “tartufo del Périgord” in Francia o il “tartufo d’Alba” in Italia. C’è chi si rifiuta addirittura di chiamarli tartufi, spiegando che “terfass” e tartufi marocchini non hanno la stessa fragranza e lo stesso sapore e quindi non hanno lo stesso prezzo. Se i “terfass” vengono venduti tra 200 e 1000 dirham al chilo (da 18 a 90 €), i prezzi di alcuni tartufi variano tra 600 e 10 mila euro a seconda della qualità e della quantità del raccolto. Ma il nome esotico di “tartufo del deserto” o “tartufo della sabbia” potrebbe essere una leva per il marketing affinché i terfass marocchini trovino il loro posto sugli scaffali dei mercati europei.