Alle fine sono riusciti a trovare la quadra. Dopo tante incertezze, per usare una metafora cara al momento del Conclave, la fumata è diventata bianca. Pertanto l’accordo politico sull’imposizione di un price cap per il gas alla fine è stato raggiunto al Consiglio Affari Energia dell’Unione Europea a maggioranza qualificata. Il prezzo massimo sarà fissato a 180 euro per megawattora, con un differenziale di 35 euro rispetto agli indici di riferimento globali. L’accordo entrerà in vigore il 15 febbraio 2022.
La Germania ha dato il suo appoggio all’accordo, mentre l’Ungheria ha espresso opposizione. Austria e Paesi Bassi si sono astenuti.
Il ministro italiano per l’Ambiente e la sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, nella foto, ha descritto l’accordo come una “vittoria dei cittadini italiani ed europei che chiedono sicurezza energetica” e ha affermato che l’Italia ha “creduto e lavorato per raggiungere questo accordo”. Limposizione del price cap per il gas è stata una delle priorità del governo italiano, che ha cercato di promuovere una maggiore stabilità nei prezzi del gas per garantire la sicurezza energetica del paese.
La Commissione europea potrà comunque proporre modifiche al regolamento sul price cap, come l’inclusione dei derivati negoziati sui mercati non regolamentati o la revisione degli elementi presi in considerazione per il prezzo di riferimento del gas.
Il meccanismo di correzione del prezzo scatterà solo se il prezzo del gas supera i 180 euro per megawattora per tre giorni consecutivi.
Ma, in definitiva cos’è Il price cap? Si tratta una misura adottata per limitare i prezzi di un bene o servizio a un livello massimo, al fine di proteggere i consumatori da prezzi eccessivi o speculativi. Nel caso indicato, si vuole garantire la sicurezza energetica dell’Unione Europea, difendendo i consumatori da eventuali speculazioni.