Philip Morris (nella foto, l’a. d. per l’Italia Marco Hannappel) punta ad arrivare nel giro di un anno al 40% di figure femminili in ruoli dirigenziali (oggi sono il 34%). Lo conferma Gianluca Tittarelli, direttore People and Colture di Philip Morris Manufacturing and Technology Bologna. “Quanto pensiamo alla parità il primo punto è eliminare tutto ciò che crea differenze. Per questo abbiamo avviato un processo di certificazione sull’equità salariale”, spiega il manager, tra gli ospiti dell’incontro “La Parità di genere come motore dell’innovazione. La sfida delle competenze Stem” organizzato da Philip Morris Italia con la collaborazione di Women at Business e ospitato dal Compence center di Bologna della multinazionale del tabacco. L’evento rafforza la collaborazione tra le due società annunciata nel luglio scorso per promuovere la parità di genere e l’inclusione, con un focus sull’importanza dello sviluppo delle competenze ‘stem’ (science, technology, engineering, mathematics). “Senza investire sulla cultura e su una cultura dell’inclusione e della diversità, non riusciremo a realizzare le ambizioni che abbiamo in mente. In questo, però, non possiamo essere lasciati da soli. Ci vogliono infrastrutture e un sistema che vada nella stessa direzione. Per questo abbiamo creato il competence center, un centro non aperto solo ai dipendenti di Philip Morris, ma anche al territorio, agli atenei, alle scuole tecniche e alle pmi”, spiega Tittarelli. “In ambito stem, le donne sono meno degli uomini. E quelle poche che lavorano in questo ambito, comunque guadagnano di meno. Le ragazze sono il principale capitale umano del Paese: si laureano prima e con voti migliori, poi, però, non creiamo le condizioni perché possano entrare e restare nel mercato del lavoro”, evidenzia Azzurra Rinaldi, responsabile della School of Gender Economics.