Nella fascia d’età tra i 13 e i 18 anni, negli ultimi due anni, è raddoppiata l’incidenza di depressione e ansia: la pandemia ha impattato pesantemente sulla salute mentale degli adolescenti e questo diffuso disagio rischia di mettere una seria ipoteca sul benessere futuro dei ragazzi. Lo certifica un’ampia metanalisi pubblicata su Jama Pediatrics, che ha incluso 29 studi condotti su oltre 80 mila giovani, dimostrando che oggi un adolescente su quattro ha i sintomi clinici di depressione e uno su cinque segni di un disturbo d’ansia. “E’ una situazione che, se non adeguatamente gestita, potrebbe avere conseguenze negative sul lungo periodo: se la sofferenza psichica durante l’infanzia e l’adolescenza non viene trattata, si associa da adulti a una peggiore salute mentale, a maggiori difficoltà relazionali, a un incremento del rischio di non raggiungere gli obiettivi di studio e di carriera. In occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre va ricordato che tra i diritti fondamentali di bambini e ragazzi c’è quello alla salvaguardia del loro benessere”, afferma Giandomenico Bagatin, vicepresidente dell’Ordine degli Psicologi del Friuli Venezia Giulia, psicoterapeuta e docente internazionale di psicoterapia dell’età evolutiva. Che però ci tiene a sottolineare che “i ragazzi residenti in Fvg possono usufruire del ‘Bonus psicologo studenti Fvg’, una misura realizzata grazie a una convenzione tra Regione, Ardis e Ordine degli Psicologi Friuli Venezia Giulia, che consente agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di accedere a un costo di 25 euro a un ciclo di cinque sedute psicologiche.La misura finora si è rivelata preziosa, con un gran numero di richieste d’adesione. D’altra parte va a intervenire su una necessità conclamata: “A causa di lockdown e restrizioni la vita per i nostri ragazzi in questi anni è stata piuttosto complicata sul fronte relazionale, che hanno dovuto gestire principalmente in modalità virtuale e a distanza. Sono saltati elementi come l’abitudine all’interazione in presenza, a scuola e nel tempo libero, l’identificazione e il riconoscimento con il gruppo di pari, in un’età in cui tipicamente si passa dal “contenitore” famiglia al gruppo di coetanei. E’ qualcosa che, nell’età in cui si sviluppa il senso d’identità, non si può coltivare nel mondo virtuale”.
Inoltre, fa notare Bagatin, sono completamente saltate le tradizionali celebrazioni per i riti di passaggio: la festa per il diciottesimo, per il diploma di maturità. “Un altro problema è legato all’esasperazione dell’incertezza rispetto al futuro: il non sapere per molto tempo se il giorno dopo si sarebbe potuti uscire di casa o tornare a scuola è una prospettiva che impedisce non solo i progetti a lungo termine, ma rende difficile anche definirsi”. Queste problematiche, evidenzia Bagatin, hanno impattato fortemente sugli adolescenti, mentre i bambini si sono dimostrati più resilienti. “Il risultato – precisa – è che i nostri ragazzi sono molto bravi a gestire il proprio account Instagram ma hanno difficoltà nell’interazione diretta”.