Sempre più imprese italiane e straniere, che operano nel settore della moda, fanno ricorso all’arbitrato e alla mediazione per risolvere le controversie legate principalmente alla distribuzione, tutela del marchio, compravendita, fornitura. Milano viene scelta sempre più spesso dalle imprese straniere come sede per risolvere le controversie: in base ai dati CAM degli ultimi 5 anni un arbitrato della moda su due è internazionale, ovvero almeno una delle parti è straniera.
Il 40% di chi ricorre all’arbitrato CAM è un brand di lusso. Oltre all’arbitrato è possibile fare ricorso allo strumento della mediazione per risolvere liti e conflitti in ambito fashion e luxury: il contenzioso nelle mediazioni gestite da CAM negli ultimi 5 anni ha riguardato questioni relative all’affitto di azienda nel 39% dei casi e alla locazione in un caso su tre. Non sono mancate liti relative alla violazione della proprietà intellettuale, a rapporti societari, all’organizzazione di eventi e persino ai danni da diffamazione. Anche per la mediazione sono per lo più i grandi nomi della moda a farvi ricorso, una buona percentuale è rappresentata inoltre dalle catene di fast fashion, non mancano attività in franchising e singole boutique. La crisi pandemica ha generato un gran numero di procedimenti di mediazione che hanno avuto esito positivo nel 70% dei casi in cui le parti hanno deciso di avviare la mediazione.
Inoltre, dal 2008 – anno di attivazione del servizio di Riassegnazione dei nomi a dominio “.it” – sono state depositate in CAM 27 richieste di riassegnazione da parte di aziende del lusso, tra cui Prada, Peuterey, Cipriani Couture, Calvin Klein, Armani, Bottega Veneta. La procedura di riassegnazione è uno strumento specifico per la lotta al c.d. cybersquatting, cioè l’accaparramento illecito di nomi a dominio (i siti web) identici o confondibili con marchi registrati. Queste 27 procedure sono tutte terminate con esito positivo per il reclamante, ossia per il detentore del marchio.
Dati CAM complessivi. CAM dall’inizio della propria attività ha gestito 3 mila arbitrati, oltre 14 mila mediazioni e 240 Riassegnazioni di nomi a dominio. Negli ultimi 5 anni, dal 2018 al 2022, sono state depositate 585 nuove domande di arbitrato, in media 117 all’anno, pari a circa 10 nuove domande al mese, una ogni tre giorni lavorativi. Per quanto riguarda la mediazione, negli ultimi 5 anni sono state depositate 4.700 nuove procedure di mediazione, in media oltre 940 all’anno, pari a quasi 3 nuove domande al giorno. In totale dal 2008 ad oggi sono state gestite 240 richieste di riassegnazioni di nomi a dominio in CAM.
Dati economici moda Italia/Milano. Il settore della moda crea un giro d’affari in Italia pari a 86,7 miliardi di euro all’anno e il 15,6% di questo valore è concentrato a Milano, il cui volume d’affari vale 13,5 miliardi di euro all’anno. L’export di Milano del settore moda nei primi sei mesi dell’anno ha un valore di 4,9 miliardi, pesa il 16% dell’export del settore moda nazionale ed è cresciuto del 31,4% nel 1° semestre del 2022 rispetto al 1° semestre del 2021. Questi in sintesi i dati presentati dalla Camera Arbitrale di Milano in preparazione della 13° edizione dell’Annual Conference, dedicata quest’anno all’arbitrato per le imprese del settore della moda. (Fonte: Elaborazione Studi, Statistica e Programmazione della Camera di commercio di Milano MonzaBrianza Lodi su dati Infocamere al terzo trimestre 2022, Istat – gennaio-giugno 2022; per i ricavi delle vendite l’anno di riferimento è il 2021).
“Milano è la capitale della fashion industry nel mondo – ha dichiarato Stefano Azzali, Direttore Generale della Camera Arbitrale di Milano – e in un settore economico così importante esistono controversie particolarmente delicate per la cui gestione sono necessarie competenze tecniche, una rapida risoluzione del conflitto e una particolare attenzione alla privacy di entrambe le parti. Sono queste tutte caratteristiche tipiche degli strumenti di ADR – Alternative dispute resolution, come l’arbitrato e la mediazione, che presentano molti vantaggi per l’industria della moda. Proprio al comparto della moda e agli spazi di un utilizzo “intelligente” dell’arbitrato da parte delle imprese del settore abbiamo dedicato la 13° edizione della nostra Annual Conference, che vuole essere un appello anche per evidenziare come Milano e l’Italia grazie ai c.d. sistemi di ADR possano offrire soluzioni ai conflitti tra imprese di diversa nazionalità e appartenenti a sistemi giuridici diversi. I numeri ci dicono che sempre più imprese fanno ricorso all’arbitrato CAM per risolvere le controversie nel settore moda e Milano diventa sempre più internazionale anche per la risoluzione delle stesse controversie.”
L’evento. Al comparto della moda, alle relazioni commerciali internazionali, alle particolarità delle controversie del settore e all’arbitrato come strumento di risposta per la loro risoluzione, la Camera Arbitrale di Milano, dedica la 13° edizione dell’Annual Conference, un appuntamento internazionale sui temi economici e legali. L’evento si tiene il 25 novembre a Milano. Interverranno professionisti esperti del settore e legali interni delle case di moda per trattare il tema del contenzioso e dell’arbitrato come possibile soluzione; le questioni relative ai marchi e agli accordi di distribuzione; le prospettive future come il metaverso.
Arbitrato CAM settore moda. Negli ultimi 5 anni sono state depositate in Camera Arbitrale di Milano 22 domande di arbitrato legate al tema della moda, per un valore totale delle controversie di oltre 270 milioni di euro. Se guardiamo ai motivi del contendere, il 40,9% di questi procedimenti riguarda problemi legati alla distribuzione, alla tutela della proprietà intellettuale e dei marchi e alla cooperazione commerciale; il 22,7% riguarda l’ambito societario con questioni legate alla compravendita di quote e patti parasociali; il 13,9% è legato alle problematiche di compravendita e il 9% alla fornitura. Nel 40% dei casi l’impresa che fa ricorso all’arbitrato CAM nell’ambito della moda è un’impresa del comparto del lusso. Degli arbitrati inerenti alla moda, uno su due è internazionale, ovvero ha almeno una parte straniera.
Mediazione CAM settore moda. Negli ultimi 5 anni sono state depositate 55 domande di mediazione per liti in ambito fashion e luxury, per un valore totale di oltre 8 milioni di euro. Una parte significativa del contenzioso ha riguardato l’affitto di azienda (39%) e la locazione (30%). Non sono mancati casi relativi alla violazione della proprietà intellettuale, a rapporti societari, all’organizzazione di eventi e persino ai danni da diffamazione. La tipologia di parti è molto eterogenea: si va dai grandi nomi della moda alle catene di fast fashion fino a franchising e alle singole boutique. La crisi pandemica ha generato un gran numero di procedimenti di mediazione che hanno avuto esito positivo nel 70% dei casi in cui le parti hanno deciso di avviare la mediazione.
Riassegnazione Nomi a Dominio CAM: dal 2008, anno di attivazione in CAM del servizio, su un totale di 240 richieste per la riassegnazione dei nomi a dominio, 27 hanno riguardato le aziende del settore moda. I casi di accaparramento illecito di nomi a dominio da parte di soggetti che non hanno alcun diritto relativo al marchio sono dovuti al fatto che la registrazione dei nomi a dominio avviene in base al principio “first come-first served”, cioè senza alcun controllo preventivo sul diritto di marchio del registrante. Ad esempio, il nome a dominio www.bottega-veneta.it, registrato da un soggetto terzo che non aveva alcun diritto all’uso è stato riassegnato a Bottega Veneta. A titolo esemplificativo le aziende che si sono rivolte a CAM per richiedere la riassegnazione del nome a dominio sono: Prada, Peuterey, Cipriani Couture, Calvin Klein, Armani, Bottega Veneta.
Tempi e valore economico di arbitrati e mediazioni CAM – dati 2017-2021: il tempo medio di un procedimento arbitrale CAM, in base alla media degli ultimi 5 anni, è stato di 12.7 mesi. La durata di un procedimento si riduce del 50% in caso si applichi la nuova procedura semplificata CAM, nata nel 2020: con questa procedura i costi si riducono del 30%, rispetto ai costi della procedura ordinaria. In base ai dati degli ultimi 5 anni, in media il valore totale annuo degli arbitrati è di oltre 630 milioni di euro. È di 3 mesi la durata media di un procedimento di mediazione CAM, in media il valore totale annuo dei procedimenti di mediazione è di 300 mila euro (media degli ultimi 5 anni).
Nel 3° trimestre del 2022, a Milano risultano attive 11.102 imprese nel comparto della moda, rappresentano il 5,6% delle imprese del settore moda in Italia. A Milano le oltre 11 mila imprese danno lavoro a 93.532 persone e creano un giro d’affari pari a 13,5 miliardi di euro (dato riferito alle sole società di capitali), che pesa il 15,6% sul giro d’affari complessivo generato dalle imprese del settore moda in Italia, che è di 86 miliardi di euro.
In Italia le imprese del settore moda sono 199.442, danno lavoro a 787.166 persone e creano un giro d’affari pari a 86,7 miliardi di euro. In Lombardia sono 28.201 le imprese attive e danno lavoro a 180.305 persone e creano un giro d’affari pari a 26 miliardi di euro. La maggior parte delle imprese del settore opera nell’ambito della produzione e del commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento.
Addetti. Il settore della moda conta complessivamente 103mila addetti nell’area accorpata di Milano Monza Brianza e Lodi (93.532 a Milano), pari a oltre la metà di quelli lombardi e al 13,1% del totale nazionale; di questi, 37mila operano nei comparti industriali del fashion (30.962 a Milano), l’8,2% degli addetti italiani. La maggiore concentrazione di lavoratori si registra nella confezione e nel commercio al dettaglio di articoli di abbigliamento.
Fatturato della moda. Le imprese del settore della moda con sede a Milano, Monza e Lodi hanno registrato nel 2021 ricavi delle vendite per circa 14,7 miliardi di euro, una cifra pari a oltre la metà del fatturato lombardo del settore e al 17% del totale nazionale, che risulta superiore agli 86 miliardi di euro. Milano risulta ampiamente la prima provincia italiana per fatturato del settore moda con 13,5 miliardi di euro, distanziando nettamente Vicenza (6,5 miliardi), Napoli (4,4 miliardi) e Firenze (4,2 miliardi). Le imprese della moda basate a Monza fatturano invece circa 1,1 miliardi di euro, 46 milioni quelle di Lodi.
Il 53,8% degli introiti riguarda imprese che operano nel commercio (7,9 miliardi di euro), il 43,9% nel manifatturiero (6,4 miliardi), il 2,3% solamente riguarda le attività di design di moda (342 milioni). (Fonte: elaborazione Ufficio studi Camera di commercio su dati AnBi).
Nei primi sei mesi del 2022 il settore moda nella provincia di Milano ha generato esportazioni per un valore di 4,9 miliardi di euro, che rappresenta pesa il 16% dell’export del settore moda nazionale. L’export della provincia di Milano dei prodotti della moda (tessili, abbigliamento, accessori) è cresciuto del 31,4% rispetto allo stesso periodo del 2021.
Nell’area di Milano Monza Brianza Lodi, l’abbigliamento costituisce la voce principale dell’export: nel primo semestre 2022 i mercati esteri hanno intercettato oltre 2,2 miliardi di euro in valore (42,4% dei flussi totali), seguiti per rilevanza dai prodotti in cuoio, pelle, borse e accessori con 1,1 miliardi (21,8%) e dalle calzature con oltre 900 milioni di esportazioni (17,4%). Seguono quindi i prodotti tessili (7,5%), in particolare maglieria (5,7%) e tessuti (3,7%). Il baricentro dei mercati è spostato in misura preponderante verso le aree extra-europee, dove le mete di destino principali sono Asia (38,4%) e America (19,3%), mentre Africa e Oceania sono residuali per la struttura delle rotte geografiche. Il mercato Europeo (39,8%) evidenzia una preponderanza dell’Unione europea (22,4%) rispetto alle piazze esterne allo spazio comune (17,4%).
Nelle prime tre posizioni si collocano Stati Uniti (16,3%), Cina (10,7%) e Corea del Sud (8,2%), mentre il primo mercato europeo, ossia la Francia (8%), si posiziona al quarto posto della graduatoria, seguita da Svizzera (7%) e Regno Unito (5,9%), i partner principali esterni all’area comunitaria.
In generale, le esportazioni di abbigliamento costituiscono la voce di acquisto principale di tutti i mercati: ciò è particolarmente rilevante se consideriamo Svizzera, Regno Unito e Hong Kong verso i quali oltre la metà dei flussi esportativi è costituita dall’abbigliamento, fenomeno che interessa anche l’export diretto in Germania dove rappresenta circa la metà degli acquisti dei prodotti della moda. Sempre la Svizzera è inoltre interessata da una significativa quota di export di calzature, oltre un quinto delle esportazioni.
La Corea del Sud è invece una piazza particolarmente interessante per le esportazioni di cuoio, pelle, borse e accessori che incidono per circa il 44% sul totale export diretto verso il Paese, merceologie altrettanto rilevanti per il Giappone, dove incidono per il 37,7%.
È più uniforme invece la struttura dell’export della moda verso gli Stati Uniti – primo mercato in assoluto per valore delle esportazioni – e nei confronti della Francia e degli Emirati Arabi Uniti.
Per tutti i mercati, pur essendo l’abbigliamento la voce principale della filiera della moda (39%, 31,4% e 43,1% rispettivamente), si osservano delle quote rilevanti anche per gli altri prodotti: in particolare, verso gli Stati Uniti pelle e accessori (22,9%) e calzature (23,1%) costituiscono ciascuno circa un quarto dell’export totale, ed entrambi sono ancora più rilevanti se consideriamo i valori esportati verso la Francia (24,8% e 25,8%) e gli Emirati Arabi Uniti (22,4% e 25,9%).
Su un piano diverso si colloca la Cina: il secondo mercato dell’export della moda è interessato principalmente all’abbigliamento (46,4%) e ai prodotti in pelle e accessori (26,9%), mentre è più limitata la quota di pertinenza delle calzature (13%).