Domanda solida per il Btp Italia, anche se lontana dai record.
Ma soprattutto, ordini di dimensioni ‘mini’ per il titolo che protegge dall’inflazione, con una dimensione media dei contratti sottoscritti dagli italiani mai così bassa, che segnala una corsa dei piccoli risparmiatori a cercare lo ‘scudo’ anti-inflazione.
E’ il bilancio della prima giornata di sottoscrizione della nuova tornata del titolo. Che il Tesoro puntasse proprio sul risparmio, per un bond che già nasce per la clientela retail cui sono dedicate le prime tre giornate del collocamento (giovedì si chiude con gli istituzionali), era chiaro fin da subito.
Sei anni di durata, un tempo ridotto proprio per venire incontro al risparmio. Un tasso minimo garantito dell’1,6%, la cedola semestrale, e il tasso reale parametrato all’inflazione, e poi il premio fedeltà all’8 per mille e la tassazione agevolata. Ma c’è qualcos’altro che sta spingendo molti semplici risparmiatori a puntare sul Btp Italia: dalle banche filtra una corsa di tanti correntisti a puntare su un’investimento che protegge dall’inflazione, garantisce pagamenti regolari, permette l’impiego di soldi che, lasciati nel conto corrente, vengono letteralmente ‘mangiati’ dall’inflazione al 10%. E così non sono tanto le gestioni patrimoniali, o il private banking, a muoversi. Ma piuttosto è il piccolo risparmiatore che ha deciso di difendersi dal boom dei prezzi, allo sportello bancario o sempre più spesso tramite l’home banking. I numeri della prima giornata di sottoscrizione del Btp Italia, che alla diciottesima edizione compie dieci anni con la nuova scadenza Novembre 2028, sono 3,185 miliardi di euro di richieste, un dato di poco inferiore all’edizione di giugno e lontano dai record passati. Il numero di contratti è alto, oltre 103.077, ben sopra gli 88.590 di giugno e appena al di sotto del ‘record’ di 109.025 dell’edizione del maggio 2020, nel caos della pandemia.
Ma soprattutto, dividendo ammontare per i contratti si arriva a una media di 30.899: segno che, se non è il ritorno dei ‘Bot-People’, sicuramente le disponibilità media da investire dei sottoscrittori si abbassano. Sempre più famiglie, magari spaventate dall’ottovolante della Borsa e alla ricerca di un porto e di rendimenti sicuri. Una buona notizia per il Tesoro: da mesi l’obiettivo è diversificare i sottoscrittori dei ‘buoni’ coinvolgendo sempre più il retail. Perché le banche centrali sono in ritirata (la Bce discuterà a dicembre il quantitative tightening, cioè come ‘smontare’ il quantitative easing). E le banche commerciali, ora che la Bce ha iniziato a ritirare i maxi prestiti Tltro togliendo un innegabile incentivo al ‘carry trade’ (indebitarsi a breve e impiegare i fondi a lungo), compreranno meno debito pubblico.
ANSA