Secondo un report dell’area studi di Legacoop, stilato insieme a Ipsos relativamente ai mesi di aprile-settembre 2022, in Emilia-Romagna la liquidità nelle cooperative risulta essere “ancora molto buona, ma con l’aumento del costo del denaro sarà sempre più complicato ricorrere alle garanzie bancarie. E già si registrano alcuni elementi che destano forte preoccupazione, come la contrazione dei consumi che da tre quadrimestri si registra nella Gdo e che, con l’inflazione e l’aumento del costo del denaro, senza interventi di sostegno alla domanda può solo aggravarsi”. Secondo il presidente Giovanni Monti, “l’inflazione è una tassa che colpisce maggiormente i redditi bassi e meno quelli alti, esacerbando le sperequazioni e minando la coesione sociale”.Nel documento emerge chiaramente come stia rallentando la crescita dopo la ripresa molto forte del 2021 e, mentre si vedono nuvoloni all’orizzonte, la tempesta “è in arrivo a causa di un contesto mondiale caratterizzato da tensioni commerciali, dalla speculazione e dalle guerre. Gli equilibri internazionali sono in discussione e dal 2007 si susseguono crisi di sistema”. A soffrirne di più sono le microimprese che faticano molto a fare quadrare i conti: da una recente indagine di Legacoop Romagna risulta che 10 cooperative su 100, le più piccole, rischiano di chiudere o di dovere ricorrere massicciamente agli ammortizzatori sociali. E diversi comparti, ad esempio quelli delle cooperative socio-sanitarie e dell’agroindustria, sono esclusi dai codici Ateco che stabiliscono quali siano le imprese energivore.
“Lo choc dei costi energetici – ha osservato Monti – si è innestato in un mercato che era già in tensione per la forte domanda seguita alla pandemia da Covid. Si tratta un mercato molto volatile e soggetto alla speculazione che solo ora, e con molta fatica, si sta ipotizzando di controllare, perlomeno a livello europeo, ma ancora senza risultati visibili”. Le previsioni di Prometeia – con la quale Legacoop Emilia-Romagna collabora da tempo e con la quale, col sostegno di Coopfond, ha messo a disposizione delle cooperative la piattaforma Appia per monitorare in tempo reale il costo delle energie e delle materie prime – indicano il terzo trimestre 2024 come periodo in cui i prezzi dell’energia potrebbero raffreddarsi. “È un periodo di tempo lungo, lunghissimo – ha rimarcato Monti –: anche se l’economia italiana è più robusta rispetto alle crisi energetiche degli anni Settanta, senza interventi decisi del Governo e dell’Europa corriamo forti rischi. Tutta Europa rischia la recessione alla quale potrebbe fare seguito una fase di stagflazione. Occorrono provvedimenti di defiscalizzazione più selettivi di quelli fatti fino ad ora, bisogna uscire dalla logica dei codici Ateco per definire le imprese energivore, è necessario defiscalizzare parte dei salari e rafforzare gli strumenti di inclusione per dare respiro alle famiglie. E porre – ha concluso – molta attenzione all’attuazione del Pnrr, perché c’è il rischio concreto di avere a disposizione una grande riserva finanziaria alla quale non corrisponda la capacità di attuare i progetti”.