Si sono concluse con successo le simulazioni della missione ArgoMoon, da parte dei team che saranno coinvolti nelle operazioni di volo. I test sono stati realizzati nel Mission Control Center di Torino, dal quale verrà operata l’intera missione. Tutto è pronto, dunque, per la missione di ArgoMoon, il piccolo satellite ideato, realizzato e operato da Argotec, con contratto dell’Agenzia Spaziale Italiana. Sebbene NASA abbia deciso di posticipare di due giorni la data di lancio della missione Artemis 1, a causa della tempesta tropicale Nicole, l’agenda delle operazioni di preparazione degli ingegneri di Argotec non è cambiata. Nonostante non si escludano ulteriori attività a ridosso del lancio.
ArgoMoon, unico satellite europeo a bordo della missione, è un microsatellite di 30x20x10 cm e dal peso di poco meno di 14 kg. Molto simile a LICIACube, il satellite che ha concluso con successo la parte principale della sua missione nell’ambito della missione di NASA, DART e che è stato in grado di scattare oltre 600 fotografie dell’impatto, a 11 milioni di km di distanza dalla Terra, a una velocità di quasi 7 km al secondo. Anche ArgoMoon avrà il ruolo di reporter nella missione Artemis 1, la prima del programma Artemis, per il ritorno dell’uomo e della prima donna sulla Luna. A lui, infatti, sarà affidato il compito di scattare fotografie del secondo stadio dello Space Launch System (SLS), il nuovo lanciatore di NASA, il più potente mai costruito, al suo debutto nelle missioni spaziali. L’installazione di ArgoMoon sul razzo SLS è avvenuta, per mano degli ingegneri di Argotec, nel luglio 2021, che è anche la data dell’ultimo accesso al satellite, per un lancio che si prevedeva già nei mesi successivi di quell’anno. In realtà poi, condizioni di varia natura hanno portato a numerose posticipazioni del lancio, fino ad arrivare alla prossima data utile, prevista con molta probabilità per il 16 novembre. ArgoMoon, in quello che tecnicamente viene chiamato Bus Stop 1, sarà tra i primissimi ad essere rilasciato, a circa 45mila km di distanza, iniziando immediatamente la sua missione. Dopo aver aperto i pannelli solari, un avanzato sistema di navigazione autonoma individuerà l’obiettivo e sarà in grado, senza supporto umano, di scattare foto prima del secondo stadio di SLS (ICPS) e, successivamente, suggestive foto alla Terra e alla Luna. Proprio in quest’ultimo caso, sono previste cinque manovre di avvicinamento (fly-by) che porteranno ArgoMoon a una distanza minima di 5mila km dalla Luna, cosa che permetterà di scattare immagini spettacolari del nostro satellite naturale. Realizzando dunque, oltre alla missione tecnica, anche una missione scientifica. E ArgoMoon sarà l’unico satellite ad avere questo duplice ruolo. “Siamo molto soddisfatti dell’esito di queste prove – ha detto Biagio Cotugno, nella foto, Head of Flight Operations di Argotec – come è stato per LICIACube, anche per ArgoMoon i nostri ingegneri si preparano a qualsiasi eventualità o imprevisto che può capitare durante una missione così delicata”. “Il coefficiente di difficoltà, infatti, è altissimo – prosegue Cotugno – si pensi che non ci sarà tempo di entrare in contatto con il satellite prima dell’inizio della missione vera e propria, cosa che invece normalmente si fa per giorni, se non per settimane intere”. “Come Argotec, siamo orgogliosi di dare ancora una volta il nostro contributo al sistema spazio italiano, che si renderà così protagonista di questa storica missione – afferma David Avino, fondatore e AD di Argotec – ringrazio NASA, ASI e tutti i partner con cui abbiamo lavorato a questo progetto, reso possibile solo da un grande sforzo corale fatto di competenza, passione e collaborazione”. “Ora non vediamo l’ora di partire e di vedere le foto scattate da ArgoMoon” conclude Avino.