(di Tiziano Rapanà) Manca una visione del mondo tesa al bene comune, lontana dalle privatizzazioni selvagge e dal globale a tutti i costi. Bisognerebbe donarsi al bello che può dare la propria provincia, prodigandosi nel valorizzare le peculiarità culturali della zona. Ce ne vorrebbero cento di Raspelli in giro a divulgare il bello della nostra Italia, dalle Alpi a Monte Ualla. Con questo immaginario esercito pacifico composto da tanti Raspelli avremmo un Paese rispettoso della propria cultura e tradizioni. Ed, invece, eccoci vittime delle mode balorde mediatiche che non hanno nulla di consistente. In viaggio con Raspelli – L’Italia che mi piace non è un semplice programma tv, ma una toccasana contro il logorìo del degrado moderno. Raspelli e Fabrizio Berlincioni, creatore, produttore e deus ex machina del progetto, ci ricordano le bellezze sconosciute della nostra Italia: le tante leccornìe che meritano una protezione dai tentativi di contraffazione del made in Italy, a opera di lestofanti. C’è stata una prima edizione, di dieci puntate, che a portato a casa risultati incoraggianti: il telespettatore ha visto con curiosità i vari episodi andati in onda su Canale Italia, vari canali regionali, e l’emittente on demand Canale Europa. Prossimamente si vedrà la nuova stagione anche su Alma Tv, che trovate al numero 65 del digitale terrestre. Nell’attesa delle puntate a venire, Alma Tv proporrà la messa in onda del primo corso del programma. Si ripartirà dal best of the best della scorsa stagione: ossia Al Bano, il dominus del bel canto popolare, con il racconto della sua tenuta in quel di Cellino San Marco. La puntata in onda stasera – alle 21 – mi è molto cara, perché ho assistito alle riprese. Il ricordo è più che positivo, perché mi sono trovato immerso in un clima di diffusa cordialità che ha reso piacevole quella giornata. Ricordo con piacere il team de L’Italia che mi piace, dal produttore Stefano Costa al regista Carlo Tagliaferri. Una menzione speciale per Nastassia Berlincioni e l’operatore alla seconda camera Amedeo Edoardo Ferrari Pereira Da Silva. Sono stati tutti dei campioni di professionalità e simpatia. Capisco perché Raspelli smania per fare tante puntate, è un piacere lavorare con un gruppo di lavoro così coeso e pieno di idee. Al Bano è un signore d’altri tempi, un maestro della socievolezza nonché portatore sano di tutti i grandi valori del mio amato Salento. Eppoi, ma questo è noto, ha una voce formidabile: ho avuto la fortuna, in più occasioni, di sentirlo intonare il Nessun Dorma della Turandot di Puccini e vi assicuro che si tratta di uno spettacolo irripetibile. Non scendo nei particolari, non voglio annoiarvi, per altre curiosità sulla mia giornata con Raspelli e Al Bano vi consiglio di leggere il reportage che ho realizzato per La Mescolanza. Non perdete, dunque, questa puntata per scoprire il meglio di una perla del Sud. E seguite, o rivedete, tutto lo splendido primo tempo de L’Italia che mi piace, perché avrete la possibilità di scoprire tesori nascosti che sono stati ignominiosamente snobbati dalla cultura ufficiale.