L’impegno di Poste Italiane (nella foto, il condirettore generale Giuseppe Lasco) per la riduzione del gender gap è uno dei pilastri dell’Azienda. Nell’anno in cui festeggia i 160 anni dalla fondazione Poste Italiane ribadisce questa priorità, alla quale dedica un approfondimento il quotidiano il Gazzettino, che cita le tante portalettere e direttrici di uffici postali, ma anche le tante manager che occupano ruoli di responsabilità in azienda.
I telegrafi e Matilde Serao
Il Gazzettino lo fa andando indietro nel tempo, citando le protagoniste di “Telegrafi di stato”, una novella di Matilde Serao risalente al 1886. Un racconto, se così si può dire, in presa diretta, visto che la grande scrittrice fu essa stessa dipendente delle Regie Poste, come telegrafista. Poste che – come ricorda l’approfondimento – già nel 1863 si erano aperte al lavoro femminile.
Dalla sorella di Gramsci alle manager odierne
“Due anni dopo, quando ancora Garibaldi e i bersaglieri erano ben lungi da Roma, c’erano impiegate e portalettere: 500 nel 1881, 3.000 nel 1901 e 8.000 nel 1911. Nel 1918 tra di loro c’era una giovanissima Teresina Gramsci, sorella di Antonio, che partecipò attivamente anche al primo sciopero – scrive il Gazzettino – Oggi, a 160 anni dalla sua fondazione, le poste sono ancora in prima linea per l’empowerment femminile: oltre la metà della forza lavoro di Poste Italiane è rappresentata da donne (53%) con una presenza del 44,4% tra i componenti del cda, del 46% tra quadri e dirigenti e del 59% tra i direttori di ufficio postale”.
Empowerment femminile a Poste
Il quotidiano ricorda che la grande forza di Poste Italiane sono proprio le donne portalettere, ben 13.451, pari al 42% dell’organico del settore. Ma sul fronte femminile, Il Gazzettino sottolinea anche come “la percentuale di donne c-level top management è del 17,9%, mentre i consulenti finanziari al femminile sono il 65%. E al vertice della piramide la presidente del Gruppo Maria Bianca Farina, Francesca Sabetta, amministratrice delegata di Poste Welfare Servizi e Laura Furlan, direttrice generale di PostePay spa”.
Valorizzazione, diversità e inclusione
Il Gazzettino ricorda poi i tre pilastri della strategia di crescita del Gruppo definita anche attraverso il piano “2024 Sustain & Innovate Plus”, ovvero valorizzazione, diversità e inclusione: “Poste Italiane – spiega il quotidiano – vuole mettere in moto un processo di cambiamento che coinvolga direttamente le persone, affinché raggiungano una piena espressione delle proprie potenzialità anche attraverso relazioni di ascolto e fiducia, ambienti di lavoro inclusivi e il miglioramento del funzionamento organizzativo. In particolare “2024 Sustain & Innovate Plus” punta a rafforzare i sistemi gestionali per lo sviluppo professionale delle donne e a rimuovere potenziali ostacoli alla parità di genere, inclusi quelli legati all’orientamento sessuale e agli effetti della violenza di genere”.
I progetti per l’equità di genere
Il quotidiano veneto ricorda che all’interno del piano ci sono oltre 10 progetti di equità di genere: “C’è un preciso sostegno per le madri: durante il congedo di maternità Poste eroga il 100% della retribuzione per tutti i 5 mesi di astensione dal lavoro rispetto all’80% previsto dalla legge. Come, invece del 30% della retribuzione per i congedi parentali per madri e padri, Poste garantisce l’80%. E a parte gli asili nido aziendali a Roma e a Bologna, per conciliare lavoro e genitorialità è stata lanciata l’iniziativa “Lifeed” programma digitale mirato al rafforzamento delle competenze”, sottolinea il giornale.
Gender Equality Index
Nell’articolo viene ricordato come queste politiche abbiano fruttato a Poste Italiane grandi riconoscimenti: “Le politiche di parità di genere di Poste Italiane sono state premiate con l’ingresso tra le prime 19 nella classifica globale Top 100 stilata da Equileap per aver superato il dislivello salariale di genere in ogni fascia retributiva. Ma non basta. Per il terzo anno consecutivo Poste Italiane è presente nel Gender-Equality Index (GEI) 2022, l’indice internazionale che valuta la qualità delle iniziative aziendali per l’eguaglianza e l’inclusione”.
L’impegno contro la violenza di genere
Poi c’è anche l’impegno, non meno importante, contro la violenza di genere, con la politica aziendale che ha portato alla creazione di un comitato whistleblowing, a cui si affianca il presidio organizzativo “People Care and Diversity Management”: “Scelte concrete come aver messo a disposizione 10 alloggi, appartenenti al patrimonio immobiliare del Gruppo, da riservare a donne con figli minori che vivono nel disagio – conclude l’articolo – L’iniziativa, che segue quella del 2019 con le associazioni Di.Re. e Differenza Donna, include circa 40 donne, tra cui anche dipendenti vittime di violenza. Un impegno concreto nel solco della politica aziendale di poste italiane in materia di tutela e protezione dei diritti umani”.