Gli spostamenti in metro sono diventati un’odissea per Francesco Paolicelli detto «Piersoft», 49enne docente universitario in vacanza a Roma con la famiglia di cui fa parte un sedicenne disabile, tetraplegico e cieco. Il problema? La mancanza di montascale funzionanti o di personale che li possa attivare. Quindi, per portare su e giù dai binari alla superficie il figlio Lorenzo in carrozzina ha dovuto trasportarlo con le sue forze.
Paolicelli spiega: «Siamo arrivati ieri (il 29 ottobre) a Roma col camper. La nostra prima meta sono stati i Musei Vaticani. Siamo partiti dalla fermata Arco di Travertino e i problemi sono cominciati lì. Il personale ci ha avvisati che i montascale non funzionavano. Quindi la discesa a braccia».
«Giunti a Ottaviano, la lucetta del montascale era accesa. Abbiamo suonato il citofono per far arrivare un operatore. Nulla. Per venti minuti». Ma Francesco non si è arreso: «A questo punto sono salito e ho visto che nel gabbiotto non c’era nessuno. Ho fatto salire mio figlio caricandolo a braccia con l’aiuto del personale delle pulizie che non c’entrava nulla». Francesco Paolicelli ha deciso di non tenere il disagio per sé e ha girato un video che ha condiviso su Twitter. Sotto il post si sono avvicendati i commenti di solidarietà. Anche quello di Renato Sartini, consigliere del I Municipio, che lo ha invitato a scrivergli una mail dettagliata per portare la vicenda in Assemblea. Anche l’Atac ha risposto scrivendo: «La stazione di Ottaviano è presidiata da nostro personale e i montascale tra banchina – atrio – superficie sono funzionanti». Eppure, precisa Paolicelli «non c’era nessuno neppure al ritorno, nella stessa fermata. E, di nuovo, discesa sulle braccia». Stesso sforzo da rifare a Colli Albani: «C’era una transenna». Come proseguirà il soggiorno a Roma? «Da ora in poi mi sposto col bus». Inoltre, Francesco Paolicelli sottolinea: «Ho pure aiutato una mamma a salire con il figlio nel passeggino. Il problema riguarda tutti, non solo i disabili e i loro familiari». Inoltre ha concluso: «Noi viaggiamo molto. È la prima volta che mi capita una cosa del genere. È un problema di Atac».
Maria Rosa Pavia, corriere.it