Il trattamento precoce con il farmaco ocrelizumab riduce la progressione della malattia. I dati di sicurezza a nove anni confermano un profilo rischio-beneficio favorevole. Lo ha annunciato Roche in una nota con i nuovi dati su ocrelizumab relativi alla progressione della malattia nei pazienti con forme di sclerosi multipla recidivante-remittente (SMRR) in fase iniziale, nonché alla sicurezza a lungo termine in tutti gli studi clinici. I dati, presentati al 38esimo congresso dell’European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis, riguardano anche le donne in gravidanza. “Spesso la SM colpisce i giovani in un momento della vita in cui stanno pianificando il loro futuro”, spiega Levi Garraway, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche. “Questi nuovi dati dimostrano che l’uso precoce di ocrelizumab apporta benefici clinici sostanziali per i pazienti, sottolineando ulteriormente l’efficacia apportata dal farmaco mediante un uso continuato a lungo termine”, aggiunge. In un’analisi ad interim dello studio di Fase IIIb in aperto ENSEMBLE, il trattamento con ocrelizumab ha apportato per due anni un beneficio costante ai pazienti con diagnosi recente di SMRR, i quali non avevano ricevuto un precedente trattamento modificante la malattia. Dopo 96 settimane di trattamento con ocrelizumab, il 77 per cento dei pazienti ha raggiunto l’assenza di evidenza di attività di malattia. La maggior parte dei pazienti non ha presentato recidive (93 per cento), nuove lesioni alla risonanza magnetica (89 per cento) o una progressione della disabilità confermata a 24 settimane (91 per cento). Nell’arco di due anni, il tasso medio annualizzato di recidiva di tutti i pazienti dello studio ENSEMBLE è risultato basso, pari a un episodio di recidiva ogni 30 anni. “Secondo i dati a nove anni presentati all’ECTRIMS, la terapia con ocrelizumab continua a dimostrare nelle persone con forma recidivante e primariamente progressiva di sclerosi multipla un’efficacia significativa contro l’attività e la progressione della malattia, con un profilo di sicurezza coerente nel lungo termine”, afferma Claudio Gasperini, direttore della U.O. di Neurologia e Neurofisiopatologia dell’ospedale San Camillo-Forlanini di Roma e coordinatore del Gruppo di Studio per la Sclerosi Multipla della Società Italiana di Neurologia (SIN). “Ad oggi sono oltre 250.000 le persone con SM che stanno beneficiando in tutto il mondo del trattamento con ocrelizumab”, aggiunge.