Dal 2019 al 2020, per effetto della pandemia di Covid-19, si è osservata una diminuzione dell’applicazione di tutte le tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA), sia di I livello (inseminazione) sia di II e III livello (fecondazione in vitro); sia con gameti della coppia, sia con gameti donati. Le coppie trattate sono passate da 78.618 a 65.705, i cicli effettuati sono passati da 99.062 a 80.099 (-19,1%) e i bambini nati vivi sono passati da 14.162 a 11.305 (-20,2%). E’ quanto emerge dalla Relazione del ministero della Salute al Parlamento sulla PMA 2022, trasmessa alle Camere il 9 settembre e pubblicata sul sito del ministero.
Per quanto riguarda l’applicazione delle tecniche con gameti donati si osservata una riduzione, delle coppie trattate (da 8.188 a 8.049), dei cicli (da 9.686 a 9.279) e dei nati (da 2.289 a 2.147).
Dei 9.279 cicli con gameti donati, 492 sono cicli di I livello e 8.787 sono cicli di II-III livello. Degli 8.787 cicli di II-III livello, 1.536 cicli iniziati sono con donazione di seme (pari al 17,5%); 6.738 sono quelli con donazione di ovociti, freschi e congelati, (pari al 76,7%); 513 sono i cicli con donazione sia di seme che di ovociti (pari al 5,8%).
I cicli che hanno utilizzato seme donato importato per un fattore di infertilità maschile sono stati 1.610, pari al 90,6% di tutti i cicli effettuati con donazione di seme, mentre i cicli eseguiti con donazione di ovociti per un fattore di infertilità femminile sono stati 6.224, pari al 98,3% del totale dei cicli con donazione di ovociti.
I centri di PMA di II e III Livello privati sono in numero superiore rispetto all’insieme dei pubblici e dei privati convenzionati (99 vs 69 + 17), ma nel complesso svolgono meno cicli di trattamento con tecniche di II-III livello che utilizzano gameti della coppia, anche se hanno mostrato una capacità di recupero di attività superiore ai centri pubblici, nel secondo semestre dell’anno della pandemia. Infatti, il 37,3% dei centri è pubblico ed effettua il 30,8% dei cicli; il 9,2% è privato convenzionato ed effettua il 26,2% dei cicli; il 53,5% è privato ed effettua il 43,1% dei cicli. In generale, quindi, il 67,6% dei cicli di trattamenti di II e III Livello con gameti della coppia si effettua nell’ambito del SSN (in centri pubblici + privati convenzionati). Il 74,8% dei cicli di II-III livello con gameti donati, viene effettuato in centri privati. Si conferma la disparità di distribuzione dei centri pubblici e privati convenzionati sul territorio nazionale, più presenti nel Nord del Paese.
L’indicatore del numero di cicli effettuati ogni milione di donne in età fertile è più alto nelle Regioni del Nord e del Centro, mentre in tutte quelle del Sud l’offerta di cicli è al di sotto della media nazionale.
Un consistente numero di centri PMA di II e III Livello presenti sul territorio nazionale svolge un numero ridotto di procedure nell’arco dell’anno: solo il 20,6% di questi centri ha eseguito più di 500 cicli, contro una media europea del 45,3% (European IVF Monitoring, EIM anno 2017).
Resta elevata l’età media delle donne che si sottopongono alle tecniche a fresco con gameti della coppia: 36,9 anni (valore più elevato rispetto alla media europea pari a 35 anni, European IVF Monitoring, EIM dati 2017). Le donne che si sottopongono alla fecondazione in vitro con ovociti donati hanno in media un’età pari a 41,8 anni; le donne che si sottopongono alla stessa fecondazione in vitro, ma con seme donato, che hanno in media 34,7 anni.
La principale indicazione per i cicli effettuati con ovociti donati si conferma essere l’età materna avanzata, indicando come questa tecnica sia utilizzata soprattutto per infertilità fisiologica e non per patologie specifiche.
In generale, l’efficacia dell’applicazione delle tecniche di II-III livello con gameti della coppia è migliorata, nonostante il costante incremento dell’età media delle donne trattate ed un aumento della scelta terapeutica nota come “freeze-all” che interrompe il ciclo a fresco per il congelamento di tutti gli ovociti prelevati e/o embrioni prodotti. Le percentuali di gravidanza conseguenti a tecniche con crioconservazione, aumentano sia se calcolate per scongelamento che per trasferimento.
Diminuisce il numero di embrioni trasferiti in utero
Di conseguenza diminuiscono sia i parti gemellari che i trigemini, questi ultimi in linea con la media europea nonostante una persistente variabilità fra i centri. Diminuisce leggermente la percentuale di esiti negativi sulle gravidanze monitorate per la fecondazione in vitro sia da tecniche a fresco sia da tecniche con scongelamento.