“La politica deve porsi obiettivi precisi: senza infermieri non c’è salute, l’Italia deve dimostrare di essere una nazione che investe sull’infermieristica, i cittadini non possono più aspettare”. E’ il messaggio lanciato ai partiti dalla Federazione nazionale ordine professioni infermieristiche (Fnopi) in vista delle elezioni del 25 settembre.
“Gli infermieri sono pochi rispetto al fabbisogno e la professione è sempre meno attrattiva”. Questo l’allarme lanciato dalla Fnopi che ha identificato “tre priorità inderogabili” per il nuovo Parlamento: “incremento della base contrattuale e riconoscimento economico dell’esclusività delle professioni infermieristiche; riconoscimento delle competenze specialistiche; evoluzione del percorso formativo universitario”. “I posti messi a bando negli atenei – sottolinea la Fnopi – spesso non sono saturati. Il numero di infermieri richiesti sul territorio non risponde ai numeri di cui l’Italia dispone anche rispetto ai rapporti previsti dalle analisi internazionali E di questa situazione, le cause sono da ricercare anche nel mancato riconoscimento valoriale ed economico della professione e nell’assenza di prospettive di carriera”.
Secondo la Federazione nazionale ordine professioni infermieristiche le nuove necessità normative per un cambio di rotta sono raggruppabili in tre blocchi. Il primo “deve prevedere la valorizzazione della voce contrattuale definita come indennità di specificità infermieristica”; il secondo blocco “deve prevedere l’inserimento all’interno dei Lea (livelli essenziali di assistenza) della branca specialistica assistenziale per dare uniformità di prestazioni a livello regionale e nazionale, con l’istituzione delle competenze specialistiche che già oggi esistono di fatto, ma che non sono ufficialmente riconosciute agli infermieri”. Infine, il terzo blocco riguarda “la valorizzazione della formazione infermieristica negli atenei, con l’istituzione di lauree magistrali a indirizzo clinico e scuole di specializzazione”.