“I pescatori della Sacca di Scardovari lanciano l’ennesimo grido di allarme. Le cozze Dop stanno morendo per il fenomeno dell’anossia: manca l’ossigeno per la mancanza del ricambio idrico e questo non permette loro di rimanere in vita. Ma è una tragedia che si sarebbe potuta evitare”. A dirlo è la Consigliera regionale Elena Ostanel (il Veneto che Vogliamo) che ricorda: “Durante la discussione dello scorso dicembre relativamente all’ultima manovra di bilancio, avevo presentato un emendamento alla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza regionale, poi approvato anche dalla maggioranza, che chiedeva di ‘garantire una manutenzione continua delle aree salmastre oggetto di acquacultura per garantirne una adeguata ‘vivificazione’, anche eventualmente coinvolgendo i Consorzi di Bonifica’. Invece, i lavori sembrerebbero sostanzialmente ancora fermi”. Solo che ora “la situazione è ormai insostenibile per i pescatori che vedono a rischio anche la produzione del 2023, come hanno denunciato in una nota stampa il presidente della Cooperativa Pescatori Delta Padano e del Consorzio Tutela Cozza Dop di Scardovari e il presidente della Cooperativa Pescatori Po”. Pescatori, dice Ostanel, “stanchi delle promesse da parte della Regione del Veneto, che deve invece agire subito: un consigliere di minoranza- conclude Ostanel- può anche essere preso in giro, ma il lavoro e la produzione di un intero comparto e territorio no”. “Serve un unico intervento, e non frazionato nel tempo, da parte del Genio civile per liberare le bocche a mare nel Delta del Po e consentire, di conseguenza, una buona ossigenazione dell’acqua”, dice a sua volta il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale del Veneto Arturo Lorenzoni (Gruppo misto) che ricorda: “Lo scorso 4 maggio ho presentato un’interrogazione ad hoc alla Giunta regionale chiedendo di essere messo a conoscenza degli interventi previsti in tal senso e del relativo cronoprogramma. Fino ad ora, però, non è giunta alcuna risposta. Nel frattempo, il settore della pesca della Sacca di Scardovari rischia il ko”. Lorenzoni aveva chiesto “se fosse possibile programmare un intervento risolutivo: più scavi minori, infatti, risultano inefficaci al fine di una reale ossigenazione dell’acqua e, a cascata, per un aumento della produzione ittica. L’opera di bonifica delle bocche a mare è stata appunto affidata al Genio civile, che a sua volta ha già eseguito degli scavi a detta degli operatori inefficaci perché troppo superficiali. In tutto questo, la bocca a mare della Sacca resta ostruita da una grande quantità di detriti che impediscono il flusso necessario a contenere la temperatura dell’acqua e di ossigenare la Sacca stessa. Ma per l’allevamento di mitili e per la pesca è indispensabile che l’acqua sia ben ossigenata”. Il comparto, peraltro, è il motore principale dell’economia del territorio del Delta, con 1.500 residenti impiegati nella filiera. “Per garantire il benessere delle famiglie e delle imprese ci dev’essere massima efficienza nella catena di produzione. E per una produzione vantaggiosa- conclude Lorenzoni- è fondamentale una buona cura del comprensorio. Da qui l’esigenza che il Genio intervenga in maniera veloce e adeguata”.