Le autorità sanitarie statunitensi hanno in programma una vasta sperimentazione basata sulle analisi del sangue volta a individuare i pazienti a rischio di sviluppare diverse forme di cancro. Alcuni scienziati, tuttavia, temono che questa modalità di screening a tappeto possa provocare anche delle conseguenze negative, principalmente per il rischio di risultati errati e falsi positivi. Questo il tema centrale di un approfondimento pubblicato sulla rivista Science, in cui si riportano le strategie di approccio per la valutazione delle opzioni di screening. La scorsa settimana, i consulenti del National Cancer Institute (NCI) hanno approvato uno studio pilota della durata di quattro anni, per il quale sono stati previsti 75 milioni di dollari e una coorte di almeno 24 mila persone.
Scopo dell’indagine sarà quello di valutare le diverse opzioni di test, la maggior parte delle quali mirano a individuare tracce di DNA e proteine tumorali nel sangue. Sulla base dei risultati ottenuti, i ricercatori valuteranno poi la possibilità di avviare una sperimentazione clinica a lungo termine, su 300 mila volontari di età compresa tra 45 e 70 anni. Alcune aziende, come GRAIL ed Exact Sciences, stanno già commercializzando test di questo tipo, pensati per rilevare il cancro in una fase iniziale. Gli esami diagnostici possono tuttavia essere soggetti a risultati errati o falsi positivi, innescando una serie di procedure non necessarie. Il National Cancer Institute si propone di convalidare l’efficacia dichiarata dei test disponibili utilizzando campioni di sangue di pazienti oncologici e persone sane. In seguito sarà portato avanti uno studio di follow-up più ampio per valutare se le diagnosi precoci possano ridurre la mortalità.
“Questo percorso è costellato di difficoltà – afferma Philip Castle, direttore della divisione NCI per la prevenzione del cancro – ma allo stesso tempo sarà uno sforzo davvero importante”. Per la prima parte del lavoro, il team selezionerà i test comprovati da dati pubblicati e sottoposti a revisione paritaria, con possibilità di replica dei risultati.
“Questo sarebbe il più vasto studio sullo screening del cancro mai condotto negli Stati Uniti – conclude Castle – i consulenti dell’NCI hanno manifestato la preoccupazione che i test possano portare a una serie di falsi allarmi e che il riconoscimento precoce non si traduca poi in una riduzione della mortalità. D’altronde, però, ad oggi non esistono test di screening per i tumori letali come il pancreas e le ovaie, dobbiamo valutare le tecnologie disponibili che potrebbero rivoluzionare la diagnosi del cancro”.