Nel 2021 l’economia della Campania mostra una forte capacità di recupero rispetto al 2020, anno segnato dalle limitazioni imposte dalla pandemia, ma per molti indicatori restano lontani i livelli pre-Covid e il trend positivo si affievolisce nell’anno in corso, a causa delle ripercussioni della guerra in Ucraina. E’ la fotografia scattata dalla sede di Napoli di Bankitalia nel consueto rapporto sugli andamenti congiunturali. Nel 2021 l’attività economica in Campania è aumentata in termini reali del 6%, lo 0,1% in più rispetto alla media del Mezzogiorno e lo 0,6% in meno sul dato nazionale. La crescita tendenziale si è rafforzata nel secondo trimestre, per poi assumere ritmi meno intensi nel semestre finale. Una spinta forte è arrivata dall’export, che è tornato a crescere in maniera sostenuta (12,8% rispetto al 18,2% nazionale), grazie alla ripresa del ciclo economico internazionale. Il trend positivo ha coinvolto, con toni diversi, tutti i settori: l’industria si è riportata ai livelli del 2019, le costruzioni fanno segnare un +19,9% grazie agli incentivi per le ristrutturazioni private, mentre nei servizi la crescita è più contenuta. Un impulso arriva anche dal turismo, fortemente penalizzato dalla pandemia: nei primi tre trimestri del 2021 le presenze in regione sono cresciute dell’11,6% (-60,1% rispetto al 2019) e quelle internazionali sono aumentate del 30% (-43,7% sul periodo pre-Covid). La congiuntura favorevole e il clima di fiducia hanno sostenuto gli investimenti, che per la metà delle industrie campane sono cresciuti rispetto al 2020. Bankitalia segnala una ripresa anche per le compravendite (+33%), con risultati migliori rispetto alla media del decennio precedente. L’occupazione è cresciuta dell’1,4%, più che in Italia, ma è rimasta di 2 punti percentuali sotto il livello pre-Covid. Saldo positivo anche per le posizioni a tempo indeterminato, favorite dal blocco dei licenziamenti in vigore per buona parte dell’anno. Si sono ridotte del 10% le ore di cassa integrazione, che vedono un ulteriore brusco calo nei primi quattro mesi del 2022 (-79%). Il tasso di disoccupazione, pari al 19,4%, resta sotto il livello del 2019 (20,1%). L’aumento dei consumi (+4,7%) è stato più ampio di quello dei redditi, che sono tornati comunque a crescere (+1,7%), grazie anche alle misure economiche di contrasto alla pandemia. Tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 questo trend è stato affievolito dai rincari dei beni energetici e alimentari e dei trasporti, che incidono maggiormente sulla spesa delle famiglie a basso reddito. In crescita anche gli investimenti pubblici ma, segnala Bankitalia, in misura minore rispetto alle possibilità. Nel 2021, i Por 2014-2020 avevano raggiunto impegni e pagamenti pari al 69,7% e al 47,8% della dotazione, valori inferiori rispetto alla media nazionale e ad altre aree del Paese. La Campania è in linea con il resto dell’Italia sulle infrastrutture per il trasporto e le telecomunicazioni, mentre è in ritardo sui servizi elettrici e idrici. Anche sulle infrastrutture scolastiche, la regione sconta un gap: solo il 9% degli studenti frequenta istituti dotati di mensa. “La fase di recupero è stata favorita soprattutto dal miglioramento della situazione epidemiologica e dalla riduzione delle restrizioni – sottolinea il vicedirettore della sede di Napoli di Bankitalia, Raffaella Di Donato – la risalita del Pil è ancora parziale, con un -3% rispetto ai livelli del 2019. Dalla fine del 2021, inoltre, la ripresa è attenuata dall’aumento del costo della materie prime e dalle dinamiche negative innescate dalla guerra in Ucraina. Questo scenario sta cambiando le aspettative delle imprese, che mostrano maggiore cautela nel 2022 rispetto all’anno precedente”.