Prosegue la corsa dell’export dell’Emilia Romagna nel primo trimestre 2022. Le esportazioni emiliano-romagnole sono state pari a 20.637 milioni di euro, corrispondenti al 14,2 per cento dell’export nazionale. Hanno fatto segnare quindi un incremento del 24,0 per cento in confronto allo stesso periodo del 2021 e sono state superiori del 28,0 per cento rispetto all’identico trimestre del 2019.
E’ quanto rileva l’ufficio studi di Unioncamere Emilia-Romagna nell’analisi dei dati Istat delle esportazioni delle regioni italiane.
L’andamento regionale è risultato migliore di quello riferito al complesso delle vendite all’estero nazionali, che hanno registrato una ripresa tendenziale leggermente più contenuta (+22,9 per cento) e un aumento inferiore (+24,6 per cento) rispetto al primo trimestre del 2019. Tra gennaio e marzo 2022, l’Emilia-Romagna si è confermata come la seconda regione italiana per quota dell’export nazionale, preceduta dalla Lombardia (26,5 per cento) e seguita dal Veneto (13,3 per cento), quindi dal Piemonte (9,3 per cento) e dalla Toscana (8,5 per cento).Tra gennaio e marzo 2022, l’Emilia-Romagna si è confermata come la seconda regione italiana per quota dell’export nazionale, preceduta dalla Lombardia (26,5 per cento) e seguita dal Veneto (13,3 per cento), quindi dal Piemonte (9,3 per cento) e dalla Toscana (8,5 per cento).
In un’ottica di più lungo periodo, da aprile 2021 a marzo 2022, il valore delle esportazioni regionali ha fatto segnare un incremento del 21,5 per cento sui dodici mesi precedenti, un dato leggermente inferiore a quello del complesso dell’export nazionale (+22,9 per cento).
La fase di ripresa ha comunque avuto effetti differenziati sui settori economici. Nel primo trimestre del 2022 il segno positivo ha prevalso in tutti i macrosettori considerati, ma le differenze di intensità sono state molto rilevanti. Le esportazioni dell’agricoltura, silvicoltura e pesca sono solo lievemente aumentate (+1,1 per cento), mentre le vendite estere dell’industria alimentare e delle bevande, hanno avuto una crescita sostenuta (+18,2 per cento), certamente con un contributo dall’incremento dei prezzi. Una cicatrice profonda è rimasta ancora sull’aggregato delle industrie della moda che ha duramente subito gli effetti della pandemia e coglie con difficoltà le opportunità della ripresa: le esportazioni nel trimestre hanno fatto registrare un aumento tendenziale del 15,8 per cento, appesantite dalle confezioni e dalla pelletteria.L’industria del legno e del mobile ha ottenuto un aumento dell’export sostanzioso (+18,5 per cento), mentre per le industrie chimica, farmaceutica e delle materie plastiche è stato un autentico “boom”, con un aumento del 71,7 per cento tendenziale nel trimestre, che ha portato la sua quota sul totale al 15,1 per cento.