Lecce, la città famosa per il Barocco e per l’artigianato della cartapesta, messa alla prova da una eccezionale e inattesa ondata di turisti, in gran parte stranieri, fa i conti con una forte carenza di alcuni servizi strategici, in particolare trasporti e guide turistiche.
“La pandemia ha costretto tassisti e guide turistiche a cambiare lavoro in tempi di magra, e ora ne paghiamo le conseguenze”, spiega all’AGI il presidente della sezione Turismo di Confindustria Lecce, Giovanni Serafino. “Le guide turistiche hanno cercato, magari, di inserirsi nella scuola, ottenendo qualche ora di supplenza – aggiunge Serafino – o incarichi temporanei, mentre i tassisti sono passati nell’autotrasporto. Non tutti ovviamente, ma la fuga di un certo numero di operatori, in alcuni settori già di per sé sottodimensionati, si fa sentire e produce disagi ai turisti che, ovviamente, protestano”.
A Lecce ci sono solo 23 licenze per taxi, mentre le procedure di rilascio di 14 nuove licenze per il servizio di Noleggio con conducente (Ncc) “si sono arenate per problemi sul Registro digitale nazionale”, informa l’assessore comunale alla Mobilità sostenibile, Marco De Matteis.
La carenza di tassisti sta mettendo in difficoltà gli hotel cittadini, dove, in queste settimane, non è facile trovare posto. “Non è raro che i turisti restino ore ad attendere l’arrivo di un taxi che talvolta non arriva neppure perché già troppo impegnato”, afferma il presidente di Assohotel Lecce, Giancarlo De Venuto. “Fare turismo in questo modo diventa difficile – lamenta ancora De Venuto – anche perché il servizio di trasporto pubblico urbano è calibrato sulle esigenze dei cittadini e non dei turisti”.