Tasse sugli extra-profitti, parte la corsa dei paesi a tassare i guadagni inattesi. Ad essere colpiti, tuttavia, non sono solo gli utili delle imprese energetiche ma anche quelli delle industrie minerarie e alimentari. A marzo scorso l’Italia è stata tra i primi paesi del mondo ad implementare una tassa del 25% sugli extra-profitti aziende energetiche, ma ad oggi continua ad allungarsi l’elenco dei governi che mirano ad introdurre una imposta ad hoc per colpire l’aumento dei prezzi causato dalla crisi russo-ucraina e dall’inflazione. Da ultimi, sono arrivati gli annunci di Regno Unito, Ungheria e Argentina.
In Italia l’imposta è disciplinata dall’art. 37 del dl 21/2022 ed è calcolata sulla differenza tra operazioni Iva attive e passive nel periodo che va dal 1° ottobre 2021 al 30 aprile 2022 e il saldo del periodo dal 1° ottobre 2020 al 30 aprile 2021. Il gettito atteso è di quasi 11 miliardi.
Anche in Regno Unito è in arrivo una tassa del 25% sugli extra-profitti delle aziende energetiche di petrolio e gas (si veda ItaliaOggi del 28/05/2022). L’imposta raccoglierà circa 5 miliardi di sterline (5,9 miliardi di euro) per finanziare un piano anti-caro bollette che concederà ad ogni famiglia nel Regno Unito uno sconto di 400 sterline (472 euro) sulla bolletta energetica.
Il governo spagnolo è stato l’apri fila ad agire per proteggere le famiglie dall’aumento delle bollette energetiche. Oltre ad eliminare le tasse dalle bollette dell’energia domestica, Madrid ha previsto una riduzione temporanea dei guadagni ottenuti dalle centrali elettriche che non risentono dell’aumento del costo di mercato del gas, ma che beneficiano degli aumenti in bolletta dei consumatori. Verrà applicata una formula simile a quella che cerca di limitare i profitti inattesi delle centrali idroelettriche e nucleari che non producono emissioni di Co2 ma che traggono vantaggio dall’aumento dei prezzi della Co2.
In Germania la tassa sui profitti inaspettati va per le lunghe, mentre in Francia è stata decisa la definitiva esclusione della misura. Anche il Belgio sta cercando di tassare le imprese energetiche che si arricchiscono grazie all’aumento dei prezzi. Il governo ha proposto un prelievo sui fornitori di elettricità da utilizzare come «contributo di crisi». Tuttavia, al momento si sta verificando con la Banca nazionale la fattibilità legale dell’imposta.
Verso est, l’Ungheria ha annunciato l’introduzione fino al 2023 di un’imposta su una serie di società che hanno giovato dall’aumento dei prezzi: la tassa sarà applicata su banche, assicurazioni, grandi catene di vendita al dettaglio, società energetiche e commerciali, società di telecomunicazioni e compagnie aeree. Seguendo geograficamente, la Romania aveva introdotto fino al 31 marzo 2023 una della tassa dell’80% sugli extra-guadagni già approvata a novembre 2021.
In Sud America, il Perù per primo ha proposto la tassazione degli extra-profitti delle imprese minerarie. Il governo di Lima sta infatti lavorando ad una riforma fiscale per puntare ai profitti in eccesso che le imprese estrattici di materie prime hanno ottenuto dall’aumento dei prezzi globali dei metalli. Proprio lunedì, il governo argentino ha presentato un disegno di legge per imporre una tassa del 15% sui profitti inattesi superiori a 1 miliardo di pesos (7,8 milioni di euro) in seguito al boom delle esportazioni. Il governo ha giustificato la misura con la recente impennata dei prezzi dei prodotti agricoli, tra cui il grano.
ItaliaOggi