A.a.a. prenditori di crediti edilizi cercansi, astenersi perditempo. La cessione dei crediti legati al superbonus diventa materiale per scambisti fiscali. Si offrono crediti da 45 mila euro con asseverazione già pagata contatti in privato o si cercano conferme sulla possibilità di cedere all’anziano padre pensionato statale ottima capienza fiscale.
La bolla del credito è già esplosa e iniziano a volare le macerie. In questi giorni, dalla ricognizione effettuata da ItaliaOggi, arrivano le segnalazioni e le comunicazioni che le banche stanno comunicando ai clienti. Gli accessi sono praticamente chiusi bloccati per chiunque si metta in testa oggi di avviare i lavori. Sono diventati scomodi e urticanti i crediti di chi li ha avviati mesi fa, figurarsi gli avvio lavori 2022 che sono fermi. Si liquidano, e a fatica sal e chiusure lavori con pratiche quindi avviate nel 2021. Le banche portano avanti pratiche complete, documentate, fatte bene, dando la priorità ai clienti di vecchia data con pratiche non più recenti di aprile.
Un pericoloso effetto domino di abbandono al proprio destino di imprese e cittadini.
Ora dunque l’urgenza è trovare chi acquista il credito. Per le banche la situazione prospettata ai clienti è la seguente:moltissime istanze con l’esaurimento del plafond di capienza fiscale, impossibile cioè smaltire lo stock di crediti che si possono assumere con i debiti fiscali in essere o con successive cessioni. Il problema ora è il vincolo di compensazione che prevede che ogni anno i crediti fiscali come quelli edilizi non possano eccedere il livello di imposte e contributi versati dalla banca e che possono essere oggetto di compensazione.
Quindi stop alle sottoscrizioni di nuovi contratti e segnalazioni di difficoltà per quelli già in essere. Ecco dunque che inizia la caccia a chi puo’ acquistare crediti svendendoli. Ci si rivolge ai general contractor, sgr o coloro che abbiano una partita Iva. Il costo per un credito 110% varia, chi acquista trattiene dal 10% fino al 22% del valore del credito. Alcuni istituti danno credito ma chiedendo alle imprese la sottoscrizione di prodotti ulteriori, non è più sufficiente come corsia preferenziale essere correntista. Nel cassetto fiscale dell’Agenzia delle entrate, da una ricognizione richiesta dal senatore Emiliano Fenu(si veda ItaliaOggi del 26/5/22) è emerso che sono giacenti 5 mld di crediti acquisiti in prima cessione. Di questi per il Superbonus sono 3,6 mld mentre per gli altri bonus le giacenze ammontano a 1,4 mld di euro. L’entità maggiore bloccata risulta essere quella derivante dalla prima cessione e dallo sconto in fattura dai 31 a oltre i 180 giorni.Alla luce delle richieste, delle segnalazioni e dei commenti che si leggono sembra essere la punta di un iceberg. Se il sistema creditizio non accetta più i crediti le strade che restano sono quelle della detrazione per chi compie i lavori, lo sconto in fattura al fornitore, strada in salita perché a sua volta il fornitore puo’ aver esaurito la propria capienza per accettare ulteriori crediti fiscali, o rivolgersi appunto al cosiddetto mercato secondario accettando anche una svendita del credito. La caccia al credito passa anche da canali non convenzionali, in tempo di social si usano i social.
Non sono rari annunci di questo tipo: Società cerca in acquisto per utilizzo diretto (non per cedere ulteriormente) , solo da impresa o professionista, crediti maturati nel 2021; siamo interessati alla sola annualità fruibile nel 2022, non alle successive. E gli importi da cedere e scambiare sono di qualche centinaia di migliaia di euro.
C’è chi ha la possibilità di cedere il credito al genitore, pensionato statale che presenta dichiarazioni dei redditi e chiede la possibilità di percorrere la strada. Le risposte sono le più disparate, sì a persona fisica che potrà usufruirne da privato in detrazione nella sua dichiarazione dei redditi no solo a partite Iva che potranno poi compensare.
Cristina Bartelli, ItaliaOggi
L’altro dubbio per le partite Iva professionisti è se la compensazione sia estesa anche ai contributi previdenziali la linea che prevale è della confusione e ancora una volta spunta il suggerimento del baratto tra colleghi per pagarci con l’f24 anche i tributi locali.