Lo scorso anno in Sardegna sono stati ‘recuperati’ circa un terzo dei 30 mila occupati persi nel 2020. In crescita del 46,6% anche il numero di chi non avendo un lavoro ha provato a cercarlo. Un dato che riduce di 24mila unità il numero degli inattivi. Secondo quanto risulta dal XXIX Rapporto sull’Economia della Sardegna, curato dal Crenos, l’incremento del tasso di disoccupazione, che nel 2021 si era fermato al 13,5%, in parte determinato da una riduzione degli inattivi, rappresenta un ulteriore segnale del rinnovato dinamismo del mercato del lavoro sardo in risposta alla crisi del 2020. La ripresa dell’occupazione è trainata da quelle categorie di lavoratori che avevano subito gli effetti negativi più forti della crisi del 2020.
“La ripresa del mercato del lavoro”, ha evidenziato il curatore del 29esimo Rapporto sull’Economia della Sardegna, Gianfranco Atzeni, “è legata molto alla struttura produttiva specializzata in pochi settori, legata a contratti di breve periodo e stagionali. Si registra una ripresa del prodotto interno lordo e un aumento dell’occupazione. Recuperano posizione coloro che nel 2020 avevano perso il lavoro, come le donne a bassa scolarità, che hanno ripreso a lavorare nel 2021. Al contrario, per i lavoratori e le lavoratrici a elevata scolarità la presenza nel mercato del lavoro si è ridotta”.
Sull’onda dei bonus e degli incentivi statali, prosegue la crescita del comparto delle costruzioni, che fa segnare un incremento nel numero di occupati vicino al 9%, dopo il quasi +19% registrato nel 2020. Torna a crescere, dopo un anno di arresto, anche l’occupazione nel settore dei servizi, soprattutto quelli legati più direttamente alla ricettività turistica. In diminuzione, l’occupazione nell’industria, che in media, nell’ultimo triennio, ha visto un calo del numero di occupati di oltre