È sempre la solita, vecchia, storia. La burocrazia ministeriale ha impiegato cinque anni per mandare in Gazzetta Ufficiale il decreto sul titolare effettivo. Facendo arrivare l’Italia tra gli ultimi in Europa, insieme a Lituania e Ungheria. Ora si pretende che in due mesi, a cavallo per giunta del mese di agosto, due milioni di imprese comunichino, con modalità ancora da stabilire, chi è il titolare effettivo dell’azienda. Un adempimento non sempre così semplice come potrebbe apparire, che in alcuni casi potrebbe aver bisogno di una esegesi normativa (per esempio in tema di trust e istituti affini), che richiederà l’intervento di esperti giuristi d’impresa (i quali, di solito, non lavorano gratis, e di solito in agosto vanno in vacanza).
Siamo in sostanza di fronte all’ennesimo episodio di arroganza burocratica che sembra fatto apposta per ribadire una visione ottocentesca di tipo hegeliano nella quale chi detiene il potere può tutto e tratta cittadini e imprese come suoi servitori. Giusto per confermare che lo Stato non è al servizio dei cittadini e delle imprese, ma sono questi ultimi al servizio dello Stato. Il resto sono chiacchere inutili. C’è un altro piccolo dettaglio che conferma l’impostazione autoritaria ed il disinteresse completo per i problemi che devono affrontare le imprese e i professionisti che le assistono: per adempiere agli obblighi antiriciclaggio, peraltro piuttosto scabrosi perché in contrasto con il rapporto di fiducia che normalmente lega il professionista con il suo cliente, bisogna pure pagare. Il professionista infatti, in questa materia, si trova spesso di fronte a delicati problemi di vario tipo: etico, deontologico, giuridico, economico. Trovandosi a volte costretto ad una delicata attività investigativa che non solo non sarà retribuita, ma è spesso in contrasto con gli interessi della sua attività (oltre che con quelli del suo cliente). Ora per svolgere gli adempimenti legati all’adeguata verifica della clientela sarà pure costretto a pagare i diritti di segreteria tutte le volte che chiederà l’accesso al registro dei titolari effettivi (proprio quello che sarà costruito con i dati inviati da imprenditori e professionisti nel mese di agosto dell’anno del Signore 2022).
Ancora. Nelle società medio-piccole saranno ben pochi gli amministratori che provvederanno personalmente a fare la comunicazione, la maggior parte di loro sceglierà di farla fare al professionista di fiducia. E certamente il professionista non la farà gratis. Anche perché non sempre è facile individuare il titolare effettivo ed in ogni caso le scelte vanno motivate e possono comportare l’assunzione di responsabilità piuttosto complesse.
Infine, la questione sanzioni per mancata comunicazione: gli importi piuttosto bassi (da 103 a 1032 euro) sembrano in contrasto con la delicatezza dell’adempimento, tanto che in Francia, dove la sanzione è simile, molti hanno preferito non inviare la comunicazione e pagare la sanzione. Una scelta che rischia di essere più conveniente propri in quei casi di maggior criticità, smascherando quindi l’inutilità di tutta la disciplina.
Marino Longoni, ItaliaOggi