“L’empatia e l’intuito del medico sono fondamentali ma se in Italia vi fosse la famosa informatizzazione del Ssn e un fascicolo sanitario accessibile ciò potrebbe aiutare i medici ad avere un quadro globale del paziente. Penso soprattutto ai pazienti anziani con comorbilità. Ma tutto ciò bisogna volerlo e pagarlo evitando di costruire cattedrali nel deserto. Qualcosa è iniziato ma ancora non sta decollando e poi questi sistemi devono essere user friendly. Certo, ci sono problemi di privacy delicati ma bisogna muoversi in questa direzione”. Parole del premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, nella foto, che giorni fa è stato insignito del ‘Internal Medicine Research Award Fadoi 2022’ durante i lavori del 27° congresso Nazionale della Società scientifica della Medicina Interna in corso a Roma che si chiude oggi. “Sono onoratissimo di questo premio”, ha detto Parisi evidenziando poi come ‘una cosa che rimpiango è di non aver fatto il medico perché la medicina mi ha sempre appassionato'”. “La medicina- ha spiegato Parisi- negli ultimi 20-30 anni è diventata sempre di più una scienza esatta. L’Evidence Based Medicine permette di avere delle informazioni precise sugli effetti dei farmaci e delle cure. È chiaro che oltre questo c’è l’intuito del medico che è in grado di fare un’anamnesi accurata sul paziente e su quale terapia somministrare, aspetti, questi, insostituibili. La semiotica in medicina ha dignità di metodo scientifico. Ma ho l’impressione stiano diminuendo i medici che ascoltano i polmoni e tastano l’addome”. Ma per Parisi la tecnologia può essere un supporto decisivo per i professionisti: “I servizi sanitari informatizzati sono in grado di rispondere alle domande battendo un clic ma in questo il nostro Ssn è ancora in ritardo”. “Sia chiaro- sottolinea il Nobel- il rapporto medico-paziente non può essere tutto demandato alla tecnologia così come all’iperspecializzazione. La tecnologia è importante, pensiamo per esempio al ruolo del saturimetro col Covid, ma ripeto: l’intuito e l’empatia del medico sono fondamentali”. Il professore da grande studioso dei sistemi complessi non poteva poi non soffermarsi sui problemi che pone oggi il ‘paziente complesso’, affetto da comorbilità e ha dichiarato: “I sistemi semplici sia assomigliano tutti, quelli complessi hanno ciascuno la loro specificità. Dico questo perché con l’iper specializzazione della medicina ogni medico fa la sua prescrizione, ma poi si scopre che non tutte le terapie sono compatibili tra loro. Così stanno aumentando i pazienti che finiscono in ospedale per gli effetti iatrogeni. Gli specialisti devono parlarsi tra di loro, confrontandosi con i medici di medicina interna che hanno una visione d’insieme del paziente”. “Mentre per Parisi la medicina fai da te è un male del presente da combattere. ‘Dottor Google per esempio è pericoloso’. Parisi infatti si è soffermato poi anche sui problemi della ricerca in Italia: “La Ricerca offre vantaggi ma non per le prossime elezioni e per questo la politica che cerca il consenso a breve termine negli ultimi anni non ha investito a sufficienza. Ma le cose ora stanno cambiando e ci sono grandi investimenti nel Pnrr. Senza ricerca il paese non va avanti”. Infine il premio Nobel ha affrontato anche il tema del Covid e della guerra in Ucraina che rischiano di acuire le disuguaglianze, così ha dichiarato: “Le disuguaglianze incidono sulla salute pubblica perché le persone povere e con un livello di istruzione più bassa hanno oggettivamente difficoltà ad accedere ai servizi. In Italia per esempio la mortalità infantile è più alta al Sud rispetto al Nord ed è dovuto al fatto che ospedali del Sud non sono organizzati bene”. “Il nostro premio consiste in un antico astrolabio: questo è un simbolo, caro ai nostri medici, che sanno sempre trovare la strada giusta”, ha spiegato il presidente Fadoi, Dario Manfellotto. “Quest’anno abbiamo deciso di assegnare il Premio Fadoi al premio Nobel Giorgio Parisi- ha spiegato il Presidente- per il suo enorme contributo nel promuovere la ricerca scientifica nel campo dei sistemi complessi e ciò riflette la complessità della medicina interna e del paziente con multimorbilità. Noi vogliamo mettere insieme l’empatia, l’approccio umano e la tecnologia allo scopo di curare meglio i nostri pazienti e in questo senso l’esempio e il lavoro del Professor Parisi è per noi una guida e uno stimolo a fare sempre meglio”.