Precarietà tra salari bassi, saltuarietà e discontinuità lavorativa, forti e crescenti disuguaglianze, sfruttamento, insicurezza, valore sociale scarsamente riconosciuto. È la fotografia della crisi del lavoro, sempre più socialmente insostenibile, restituita dal nuovo rapporto Disuguitalia: ridare valore, potere e dignità al lavoro presentato stamani all’Oxfam Festival di Firenze ‘Costruiamo un futuro di uguaglianza’.
Il Rapporto ha messo in evidenza che i salari troppo bassi in Italia erano presenti già prima della pandemia e colpivano 1 lavoratore su 5, soprattutto donne e impiegati part-time. In Toscana 1 su 3 del settore privato. Nel rapporto anche l’indagine qualitativa condotta tra novembre e dicembre 2021 tra gli operatori dei community center di 10 città, tra cui quelli gestiti da Oxfam con partner locali e la Diaconia Valdese in Toscana rispetto alla tipologia di richieste di aiuto ricevute dagli utenti. Ricerca da cui emerge la debolezza di una ripresa occupazionale, che si configura come un ritorno al circolo della precarietà, con una tendenza a non assumere forza lavoro con contratti stabili o casi di lavoro irregolare, che appare ancor più marcata rispetto al periodo pre-pandemico.
A Firenze dove la ripartenza dell’edilizia è stata trainata da contratti precari e da frequenti casi di sfruttamento; a Empoli, dove si è intensificato il ricorso alla contrattualizzazione a chiamata nel settore agricolo e in quello della ristorazione; a Prato, dove i primi ad essere colpiti sono i giovani; ad Arezzo dove l’assenza di lavoro o la precarietà lavorativa si riverberano su un’altra emergenza sociale: la vulnerabilità abitativa, condizione che ha penalizzato soprattutto l’utenza straniera. “La ripartenza del 2021 ha visto una maggiore propensione, rispetto al periodo pre-pandemico, dell’utenza dei nostri centri ad accettare qualsiasi lavoro. – ha detto Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia – Prevalgono occupazioni deboli e saltuarie: riscontriamo con maggior frequenza casi di concatenazione di impieghi di breve durata e di sovrapposizione di più contratti intermittenti. Non mancano le irregolarità – da lavoro nero a diverse fattispecie di lavoro grigio – e gli abusi subiti da soggetti più fragili e più facilmente ricattabili, in posizione di debolezza rispetto ai datori di lavoro o scarsamente consapevoli dei propri diritti. Siamo molto contenti di aver firmato negli scorsi mesi un protocollo di intesa con la Diaconia Valdese finalizzato a rafforzare ed ampliare una comune rete nazionale di community center che offre servizi di informazione, ascolto, orientamento e sostegno concreto a chi si trova in situazione di fragilità economica e sociale per combattere e prevenire disuguaglianza e povertà”.