Il 10 maggio sarà inaugurato all’Abbazia di Santo Spirito al Morrone di Sulmona uno spazio dedicato al “gioiello rosso” della Valle Peligna. Un progetto realizzato dal Gal Abruzzo Italico-Alto Sangro con la partnership del Parco Maiella e del Consorzio aglio rosso di Sulmona. E’ una delle “opere d’arte” della Valle Peligna e, in quanto tale, si è meritata un museo dedicato. Il “quadro” è quello rosso amaranto dell’aglio di Sulmona che dal 10 maggio prossimo avrà uno spazio museale dedicato nella prestigiosa location dell’Abbazia. Un piccolo e importante spazio che il Gal Abruzzo Italico-Alto Sangro ha realizzato grazie ad un accordo con il Parco Maiella e con un finanziamento di circa 80mila euro e a cui ha collaborato il Consorzio aglio rosso di Sulmona. La Galleria dell’aglio rosso di Sulmona è ubicata in due stanze che affacciano nel cortile interno dell’Abbazia e sarà dotata di un maxischermo nel quale sarà possibile scegliere i filmati che raccontano le diverse fasi di lavorazione dell’aglio rosso, le sue proprietà organolettiche, la sua storia e le leggende ad esso collegate; ma che sarà anche una finestra sul territorio e le sue risorse culturali e naturali. Dentro ci saranno anche fotografie e allestimenti a tema, una sgranatrice, la macchina cioè che viene utilizzata per selezionare gli spicchi migliori da seminare in autunno (tra novembre e dicembre) e una calibratrice, il macchinario utilizzato cioè per la selezione di grandezza delle teste d’aglio. Sul posto sarà anche possibile acquistare i diversi prodotti della filiera, con la possibilità che i soci del Consorzio aglio rosso di Sulmona, che gestirà lo spazio, metteranno a disposizione, di fare visite sui campi e nelle aziende per assistere di persona alle diverse fasi della lavorazione. “In futuro, passata la pandemia – spiega Stefania Baldassarre, presidente del Consorzio aglio rosso di Sulmona – contiamo anche di organizzare degustazioni ed eventi”. Attualmente si producono tra i 2 e i 3mila quintali l’anno di aglio rosso a Sulmona, una settantina invece sono i produttori associati al Consorzio che da anni sta cercando di ottenere l’IGP, anche per tutelarsi dalle tante imitazioni sul mercato che, però, non sono paragonabili alla qualità del prodotto sulmonese.