La prima reale ripresa è iniziata nel 2021. Verona (nella foto) ha recuperato il 40% dei passeggeri, Treviso il 38%, Venezia il 30%. Nel 2022 la ripresa è entrata nel vivo, si prevede infatti che già nei mesi centrali della stagione estiva che va dal 27 marzo al 31 ottobre, il polo raggiungerà l’80% del traffico realizzato nel 2019, con l’ultimo trimestre dell’anno che dovrebbe toccare il 90%. I dati sono stati forniti nel corso di una conferenza stampa organizzata a Palazzo Balbi per parlare delle infrastrutture aeroportuali in vista delle Olimpiadi Invernali di Milano-Cortina del 2026.
La ripresa è determinata in gran parte dal traffico domestico. Il recupero di Venezia, rispetto agli altri due scali, ha avuto un passo leggermente inferiore per via della sospensione di alcuni flussi internazionali, in particolare quelli intercontinentali. Il mercato domestico, che rappresenta il 28% della capacità offerta dal polo veneto prevede il ritorno ai volumi del 2019 con oltre 5,5 milioni di posti in vendita e 15 destinazioni servite. Il Regno Unito, uno dei mercati più colpiti dalle restrizioni dovute alla pandemia, torna ad essere il primo mercato internazionale per il polo, che con oltre 2,5 milioni di posti in vendita stimati per il 2022 su 13 scali inglesi rappresenta il 12% dell’offerta complessiva. Germania, Spagna e Francia completano la lista con un’offerta complessiva di 5,3 milioni di posti in vendita (27% del totale) su 34 destinazioni collegate da 13 compagnie aeree. Sul fronte dei mercati intercontinentali sono 600 mila i posti in vendita nel 2022, circa il 50% di quelli del 2019.
“È un dato di fatto che gli aeroporti sono i nostri gioielli, da sempre parte attiva della storia di successo del turismo Veneto”, ha detto il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia: “Se non ci fosse un sistema aeroportuale come quello del Nord Est, non saremmo la prima regione in Italia per presenze turistiche e non saremmo la più grande industria per fatturato”.