Il mercato della pelletteria e della concia in Toscana, leader nazionale per esportazioni, nel 2021 cresce del 32,5% rispetto al 2020 con un fatturato di 5 miliardi di euro ma fatica a recuperare i livelli pre-pandemia a causa dei rincari energetici e della guerra in Ucraina. A fotografare la situazione di uno dei principali settori toscani che conta 2.001 imprese e 17.930 lavoratori, è l’analisi condotta dal centro studi di Confindustria Moda con Assopellettieri. Il gap rispetto al 2019 quando furono venduti beni per 5,4 miliardi di euro è ancora del -7,1% ma mostra segnali di ripresa incoraggianti rispetto al 2020 quando si registrarono 3,8 miliardi. A fare la parte del leone è la provincia di Firenze in grado di garantire esportazioni per 4,2 miliardi di euro, oltre un terzo dell’attività commerciale nazionale, seguita da Pisa con 569 milioni e Arezzo con 163 milioni, in forte flessione. Il mercato principe rimane la Svizzera, valore 2,1 milioni di euro, che segna un +39% rispetto al 2020 seguita da Francia (+30%), Corea del Sud (+120%), Usa (+72,5%) e Giappone (+61%). “Ci aspettiamo di percepire il rincaro dei costi energetici – analizza Andrea Calistri, vicepresidente nazionale di Assopellettieri con delega al distretto toscano – e la ricaduta sulle materie prime (pelli, chimiche, metalli) nel prossimo semestre, stimiamo un aumento tra il 20 e il 40% del costo industriale”. Uno scenario che rischia di avere un forte impatto sull’economia toscana dove la filiera della pelle rappresenta il 16,3% (10,9% di pelletteria e concia unito al 5,4% delle calzature) dell’export manifatturiero regionale a fronte di una media nazionale del 2,4%. “I dati ci dicono che i numeri stanno tornando a salire – commenta Leonardo Marras, assessore regionale all’economia e alle attività produttive – nel mondo c’è tanta voglia di prodotti italiani, simbolo di qualità e bellezza, ma di fronte all’attuale situazione di incertezza non possiamo abbassare la guardia”. Il difficile momento della pelletteria toscana avrà ricadute dirette sull’intero sistema nazionale visto che in Toscana ha sede il 48% delle imprese del settore e lavora il 54,4% degli addetti in Italia. Dal report dell’associazione di categoria nel 2021 emerge un calo delle aziende, -4,1%, e un aumento dell’occupazione, +0,7% lavoratori. In tema di cassa integrazione dopo gli incrementi record del 2020 si registra una incoraggiante diminuzione delle ore, -27,6%, trainati dalla buona performance di Firenze (-49,5%), più mitigata a Pisa (-7%) e ancora peggiore ad Arezzo che segna un +6%. La ricetta per il futuro, spiega Calistri di Assopellettieri, “passa da politiche regionali forti, in grado di tenere insieme le esigenze specifiche del distretto con tre grandi temi: internazionalizzazione, formazione e credito. Con l’obiettivo di potenziare la sostenibilità economica, sociale e ambientale del settore”. Prospettive condivise dall’assessore Marras che pone enfasi su formazione, rafforzamento dell’export, qualità della produzione e la sostenibilità.