Il Consiglio di Amministrazione di IREN S.p.A. ha approvato in data odierna i risultati consolidati al 31 dicembre 2021. I Ricavi consolidati al 31 dicembre 2021 si attestano a 4.955,9 milioni di euro in aumento del +33% rispetto ai 3.726,2 milioni di euro dell’esercizio 2020. I principali fattori di incremento sono riferibili a maggiori ricavi energetici per circa 1 miliardo di euro influenzati prevalentemente dall’incremento dei prezzi delle commodities, per circa 120 milioni di euro alla variazione di perimetro della business unit Ambiente (relativa a I.Blu, consolidata da agosto 2020, e alla Divisione Ambiente Unieco, acquisita a novembre 2020), della business unit Energia (relativa a Iren Energy Solutions ed Asti Energia e Calore) e della business unit Mercato (SidIren), e per circa 100 milioni di euro allo sviluppo delle attività connesse alla riqualificazione energetica e alla ristrutturazione degli edifici favorita dalle recenti agevolazioni fiscali (bonus facciate e superbonus 110%). Alla variazione complessiva, contribuiscono inoltre, ma in minor misura, i maggiori quantitativi venduti per effetti climatici e lo sviluppo della customer base. Il Margine Operativo Lordo (Ebitda) ammonta a 1.015,8 milioni di euro, in aumento (+9,6%) rispetto ai 926,9 milioni di euro dell’esercizio 2020. L’incremento del margine è riconducibile per circa 24 milioni di euro all’ampliamento del perimetro di consolidamento che ha caratterizzato principalmente la business unit Ambiente. Contribuisce positivamente al miglioramento del margine l’andamento dello scenario energetico caratterizzato da un prezzo dell’energia elettrica in forte incremento rispetto all’esercizio 2020, e il maggior contributo dei servizi di dispacciamento (MSD). La filiera energetica. integrata ha permesso un bilanciamento degli effetti positivi e negativi legati alla volatilità dei prezzi, garantendo un apporto significativo al margine di Gruppo. Inoltre, contribuiscono al miglioramento del margine operativo lordo la crescita organica relativa agli incrementi tariffari dei servizi a rete, lo sviluppo delle attività connesse ai lavori di riqualificazione energetica oltre al favorevole andamento della stagione termica. Complessivamente l’incremento del margine in riferimento alle singole business unit è così suddiviso: Ambiente (+31,6%), Energia (+30,6%), Reti (+1,7%) mentre risulta in flessione la business unit Mercato (-28,9%), quest’ultimo trend da correlare all’aumento della BU Energia nella logica di gestione integrata della filiera energetica. Il Risultato Operativo (Ebit) è pari a 454,1 milioni di euro, in aumento del +9,3% rispetto ai 415,4 milioni di euro dell’esercizio 2020. Nel periodo si sono registrati maggiori ammortamenti per 37 milioni di euro, relativi principalmente all’entrata in esercizio di nuovi investimenti e all’ampliamento del perimetro di consolidamento e maggiori svalutazioni per circa 20 milioni di euro correlate prevalentemente agli assets, già non operativi, dell’impianto di Scarlino Energia. Infine, si riportano minori accantonamenti al fondo svalutazione crediti per circa 8 milioni di euro, in conseguenza di un miglioramento, rispetto allo scorso anno, della stima degli effetti della pandemia Covid-19 sulle perdite attese. L’Utile Netto di Gruppo attribuibile agli azionisti è pari a 303,1 milioni di euro, in significativo incremento (+26,7%) rispetto al risultato del 2020. Tale crescita è influenzata positivamente da minori oneri finanziari in seguito alla diminuzione del costo medio dell’indebitamento, che si riduce all’1,7% verso il 2,1% del 2020. Inoltre, sul risultato contribuisce positivamente la riduzione temporanea del tax rate pari al 21,3% (27,1% nel 2020). Quest’ultimo è influenzato da un provento fiscale non ripetibile legato principalmente all’esercizio dell’opzione sui riallineamenti dei valori contabili e fiscali di cui al decreto n. 104/20 (DL “Agosto”). Non considerando tale provento, il tax rate sarebbe stato pari a circa il 29%. L’Indebitamento Finanziario Netto al 31 dicembre 2021 è pari a 2.906 milioni di euro, in flessione di 42 milioni di euro rispetto al dato del 31 dicembre 2020 (2.948 milioni). Complessivamente, l’indebitamento finanziario netto si riduce in quanto la robusta generazione di cassa copre l’elevato livello degli investimenti, il cash out per le acquisizioni, principalmente di Futura (20%) e Sidiren, e il consolidamento dei relativi debiti, pari a 56 milioni di euro, e il pagamento dei dividendi pari a 149 milioni di euro. Si segnala inoltre il contributo positivo della variazione del fair value degli strumenti derivati di copertura dal rischio tasso e commodity. Gli investimenti lordirealizzati nel periodo ammontano a 955 milioni di euro, in crescita (+4,7%) rispetto ai 913 milioni di euro del 2020, di cui 85 milioni di euro relativi al cash out per le acquisizioni effettuate nel corso dell’anno. Abbiamo approvato risultati positivi nonostante un contesto di mercato molto complesso che siamo riusciti a ottimizzare grazie alla resilienza del modello multi-business del Gruppo e all’efficacia delle azioni intraprese per affrontare la volatilità dello scenario energetico, garantendo ai nostri clienti prezzi del gas e dell’energia elettrica inferiori in media del 30% rispetto a quelli di mercato. – dichiara Gianni Vittorio Armani, nella foto, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Iren – I risultati del 2021 e le azioni già implementate nei primi mesi del 2022 confermano la validità del quadro strategico coerente con gli attuali mainstream di settore e anticipano i target di crescita del 2022 che saranno anche sostenuti da un’accelerazione degli investimenti nelle rinnovabili per aiutare il Paese nella transizione energetica. Pertanto, anche per quanto concerne il dividendo per azione, proponiamo una crescita del 10,5% sul 2021 anticipando in parte quanto previsto nel Piano Industriale per il 2022”.