E’ stato un 2021 record nel settore del private debt per raccolta e investimenti. Secondo i dati presentati oggi da Aifi, l’associazione degli operatore del private equity e venture capital, e da Deloitte, nell’anno sono stati investiti complessivamente nel mercato italiano del private debt 4,6 miliardi di euro, con una crescita del 77%, includendo l’attività degli operatori attivi in questo segmento (2,2 miliardi), le piattaforme di digital lending (689 milioni), il distressed debt (1,5 miliardi, considerando complessivamente operazioni single name e acquisto di pacchetti di crediti Utp) e gli investimenti dei fondi di fondi (187 milioni).
Considerando solamente i primi, vale a dire gli operatori attivi nel “core” private debt, nel corso dell’anno l’ammontare investito è stato pari a 2.214 milioni di euro, quasi il doppio rispetto all’anno precedente (1.153 milioni). Il numero di sottoscrizioni è stato pari a 275 (+28% rispetto alle 215 del 2020), distribuite su 142 società (127 nel 2020, +12%). Si tratta dei valori più alti mai registrati dall’avvio del mercato, testimoniando una crescita significativa, anche paragonata agli anni precedenti la pandemia. I soggetti domestici hanno realizzato il 90% del numero di operazioni, mentre il 72% dell’ammontare è stato investito da operatori internazionali. Il 56% delle operazioni sono state sottoscrizioni di obbligazioni, mentre il restante 44% finanziamenti. Per quanto riguarda le caratteristiche delle
operazioni, la durata media è di 5 anni e 8 mesi, mentre considerando le dimensioni delle sottoscrizioni, il 90% dei casi ha riguardato operazioni con un taglio medio inferiore ai 10 milioni di euro. Il tasso d’interesse medio è stato pari al 4,67%. Con riferimento agli obiettivi delle operazioni, nel 2021 il 51% degli interventi ha avuto come scopo la realizzazione di programmi di crescita, mentre nel 38% dei casi si è trattato di debito a supporto di operazioni di buy out.
A livello geografico, la prima Regione resta la Lombardia, dove è localizzato il 40% delle società oggetto di investimento, seguita da Veneto e Emilia Romagna (entrambe 10%). Con riferimento ai settori di attività, al primo posto con il 23% del numero di imprese troviamo i beni e servizi industriali, seguito dal manifatturiero – alimentare, con il 16%. Si sottolinea che il 56% delle società target ha meno di 250 dipendenti.
“La crisi ha dato l’opportunità al tessuto imprenditoriale sano di investire sulla crescita consolidando l’attività attraverso anche il supporto del private debt” dichiara Innocenzo Cipolletta, nella foto, Presidente Aifi. “I numeri record del 2021 sono la dimostrazione che il sistema ha compreso perfettamente il valore aggiunto nell’avere un fondo che lo aiuti non solo con liquidità ma anche attraverso un piano di consolidamento che ne permetta la resilienza e la
crescita senza subire le tensioni derivanti da condizioni esterne avverse”.
Nel 2021 la raccolta degli operatori di private debt attivi nel mercato italiano è più che raddoppiata rispetto all’anno precedente, attestandosi a 987 milioni di euro, contro i 551 milioni del 2020 (+79%). Tale dato rappresenta il valore più alto mai registrato. La prima fonte della raccolta sono stati gli investitori individuali (25%), seguiti dai fondi di fondi istituzionali (22%) e dalle banche (14%). Guardando alla provenienza geografica, la componente domestica ha rappresentato l’84% del totale.
Nel 2021 le società che hanno effettuato rimborsi sono state 177 (138 l’anno precedente, +28%), per un ammontare pari a 350 milioni di euro (-13%). Nel 74% dei casi i rimborsi hanno seguito il piano di ammortamento.