Nel corso del 2021, il comparto italiano del cappello ha registrato un aumento sia delle esportazioni che delle importazioni, con un fatturato cresciuto a 132 milioni di euro (+6,5% rispetto all’anno precedente), mentre continua il trend negativo riguardo il calo delle imprese, scese a 125 (-3,8%) rispetto, e del numero degli addetti diminuiti ancora a 2.020 (-4,7%). I dati sono diffusi dalla Federazione italiana Tessili Vari. Il rimbalzo continua a non essere lineare per tutte le tipologie di prodotto. I cappelli di paglia hanno registrato un aumento delle importazioni (+ 14,1%) e una nuova frenata dell’export (-10,9%), essendo questa tipologia di prodotto particolarmente legata alla carenza dei flussi turistici, soprattutto provenienti dall’estero. Continua invece l’ormai tendenziale forte rimbalzo nelle vendite dei berretti, che evidenziano un aumento sia delle importazioni (+37,4%), che delle esportazioni (+50,0%). Il maggior fornitore delle imprese italiane del cappello resta la Cina con 53,4 milioni di euro (+23,5%), pari al 32% del totale importato. Le esportazioni principali sono dirette ormai da molte stagioni in Svizzera (76,4 milioni), dove sono presenti quasi tutte le piattaforme logistiche e distributive delle principali multinazionali del comparto del lusso. Seguono Germania (37,6 mln., +49,7%), Francia (33,5 mln., +23,5%) e Stati Uniti (29,2 mln., +103,6%); in frenata evidente il regno Unito (17,8 mln., -13,5%). Nel 2021, inoltre, si conferma il trend positivo verso la Spagna (10,5 mln., +43,8%), la Polonia (7,1 mln., +88,4%), i Paesi Bassi (9,2 mln., +64,1%) e il Giappone (8,8 mln., +81,7%). Per il centro studi della Federazione italiana Tessili Vari, la Russia merita un discorso a parte: lo scorso anno, il Paese è rientrato tra i primi dieci mercati di sbocco per il cappello italiano, con 7,1 milioni di fatturato (+38,7%), recuperando quote anche nei confronti del 2019, ma secondo le stime, le nuove sanzioni commerciali e le restrizioni in essere “daranno il colpo letale a questo mercato già in grande sofferenza a partire dalle precedenti sanzioni del 2014”.