Il futuro delle professioni contabili passa dalla digitalizzazione. È quanto emerge da una ricerca del Dipartimento di Management dell’Università di Torino. Lo studio resterà aperto alla raccolta di ulteriori dati che saranno elaborati trimestralmente. Dalla ricerca emerge il quadro di “una professione sempre più fragile, che necessita di nuova linfa, che ha bisogno di evolversi e investire in innovazione per essere competitiva e offrire un servizio più orientato alla consulenza, capace di fornire informazioni decisive per scelte aziendali strategiche”. Secondo il Dipartimento di Management “l’inserimento di nuove tecnologie è un passo indispensabile per rendere più efficiente il lavoro. In Italia, infatti, ci sono 4 milioni di imprese e circa 110mila commercialisti che le assistono, uno squilibrio che il ricorso a soluzioni tecnologiche può temperare”. La ricerca fin qui condotta, realizzata in 50 giorni, tra novembre e dicembre 2021, conferma l’apprezzamento degli studi italiani per il ruolo innovativo della fatturazione elettronica nel formato XML che ha ulteriormente aperto la strada alla contabilizzazione massiva e automatizzata. Tra le funzioni più gradite c’è l’integrazione all’interno dei software delle aree contabili, fiscali e del bilancio e la redazione automatica della nota integrativa. Tuttavia, nella maggior parte degli studi, la contabilizzazione delle fatture viene eseguita attraverso la lettura dei dati per riga, operazione che potrebbe esser resa più semplice, veloce e sicura con sistemi automatici. Resta poi marginale l’analisi dei dati, argomento basilare per l’evoluzione della professione in senso consulenziale. Il 96% degli intervistati riconosce il collegamento positivo tra investimenti ed efficienza, ma esistono ancora dei freni. “C’è una insidiosa rigidità, una tendenza a restare legati a forme di lavoro tradizionali per quanto siano proprio queste a schiacciare lo sviluppo della professione – spiega Paolo Biancone, ordinario di Economia Aziendale e Finanza e presidente del Corso di Studi in professioni contabili dell’Università di Torino – e a creare situazioni di burn-out, anche drammatiche. A questo si somma la difficoltà a orientarsi nella varietà di offerte, nella scelta della soluzione più idonea alle proprie esigenze”. “D’altronde la digitalizzazione è sempre più diffusa in innumerevoli campi – aggiunge – contabilità e bilancio non possono fare eccezione. Per questo portiamo avanti un programma di diffusione della cultura della digitalizzazione e dell’impiego dell’Intelligenza Artificiale”. Per Biancone “Occorre che gli studi professionali si avvalgano di sistemi che consentano la contabilizzazione veloce e massiva, di software capaci di apprendere. Parliamo di robotizzazione e intelligenza artificiale, applicazioni in tema di elaborazione dati, come il software PowerBi, in grado di proporre i mastri contabili in fase di registrazione fatture”. “Inoltre – conclude – va introdotto l’uso della blockchain che, sebbene molto studiata a livello di letteratura scientifica dai ricercatori internazionali, nella pratica non trova conoscenza diffusa”.