“A seguito dell’aumento del costo di alcune materie prime come il cacao e delle fonti energetiche, a distanza di un anno e al netto della crisi, siamo stati costretti a rivedere alcuni dei prezzi dei nostri prodotti. Ci scusiamo per il disagio”. E’ il messaggio scritto con il gesso bianco su una piccola lavagnetta, proprio vicino alla cassa del bar – pasticceria Duetto al mercato dell’Alberone, a Roma, in un sabato mattina meno affollato del solito.
Una delle commercianti di frutta e verdura del mercato sull’Appia è netta: “I rincari sono reali e si vede è aumentato tutto. Sa che vuol dire tutto? Guardi lei stessa”, si sfoga con l’AGI, indicando un bancone pieno di merce ma senza clienti, mentre pulisce i carciofi. “Le faccio un esempio – prosegue – c’è il minestrone fresco in sacchetti che prepariamo noi, un sacchetto costa due euro e ti dicono che è troppo. Questo è il segno di una difficoltà evidente soprattutto per i più fragili”. Solitamente qui il sabato è un via vai continuo di carrelli e file ai banchi, mentre è tutto stranamente tranquillo, come un qualunque giorno feriale. Alla macelleria di Fabio in giorni come questi ci sarebbe la fila e invece oggi lui trova anche il tempo per rispondere a qualche domanda. “Hanno aumentato tutto, almeno del 30 per cento. Nel nostro caso oltre che con il prezzo dell’energia bisogna fare i conti anche con l’aumento del prezzo dei mangimi. Rincari che pesano sul prezzo al cliente. Ma così aumentano i prezzi e diminuisce il lavoro per noi” fa allargando le braccia. Alberto gestisce una gastronomia da circa quarant’anni, le ha viste tutte, però oggi per spiegare la situazione usa un solo esempio: “Prima trattavo il prosciutto crudo di una nota marca. Ma da qualche settimana ho smesso di rifornirmi perché ha raggiunto prezzi assurdi e la gente non me lo compra più. Finché la situazione non si sarà calmata sto vendendo un altro tipo senza marchio, ma altrettanto buono. Per vivere bisogna fare così”. Mohamed ha un negozio di frutta e verdura, è molto amato dagli abitanti del quartiere, ma nonostante non si lamenti ammette che certi prodotti all’ingrosso costano il triplo. “Mandarini, arance, quello che arriva dalla Sicilia è triplicato. Poi ci sono i prodotti fuori stagione che hanno bisogno delle serre, e quindi di altro carburante, che sono schizzati – racconta – ma i pensionati che prendono 500-600 euro al mese come fanno se aumenta tutto?”. Tra gli intervistati è l’unico che menziona la situazione in Ucraina, certo che un conflitto potrebbe esasperare ancora di più la situazione.
Se i commercianti piangono, i consumatori non ridono di certo. A due passi da San Pietro, al mercato Trionfale le considerazioni sono le stesse. Fermiamo due signori di mezza età. Uno ha due sacchetti blu in mano e gli chiediamo se ha notato aumenti. “I prezzi aumentano e la roba che porto a casa diminuisce – risponde ridendo – Stamattina sono uscito con 50 euro, guardi con cosa sono rimasto”, dice rovistando nella tasca del jeans. Poco dopo estrae una banconota da cinque euro e qualche monetina: “Prima non era così – dice alla cronista – mi avanzavano molti più soldi e consideri che io faccio la spesa per due”. Luca invece è uno studente universitario che nel mercato cerca qualità e convenienza, ma anche lui dal suo piccolo osservatorio fa notare che “gli hamburger prima costavano 11 euro al chilo e oggi sono a 14,90”. E in cos’altro hai notato gli aumenti? “Nel pane – risponde – per lo stesso filoncino di grano duro spendo in media 30 centesimi di più”. Ogni voce porta l’esempio del proprio paniere quotidiano. La signora Nadia osserva che “i prezzi a Natale si alzano sempre, ma poi passate le feste tutto torna normale. Invece quest’anno questo riallineamento non c’è stato. Le zucchine romane, da settimane, stanno a 6 euro al chilo”. Proviamo a cambiare zona. Al Mercato Laurentino, zona sud della Capitale, le risposte dei romani che al sabato mattina escono con il carrellino della spesa sono sempre le stesse. C’è Giuseppe, 82 anni, che sembra quello più appassionato al tema. “Stamattina sono andato alla pompa di benzina a fare il pieno di Gpl alla mia macchina. Fino a qualche settimana fa bastavano 22/23 euro, oggi non spendo mai meno di 29/30 euro. Eppure la macchina è sempre quella. Idem con la bolletta della luce. Le ho confrontate e rispetto all’anno scorso, nello stesso periodo, spendo 25 euro in più”. E al mercato come va? “Uguale – risponde – ma cerco di comprare la frutta e verdura di stagione e andare da chi è produttore diretto. La differenza si nota”. Poi c’è chi è scettico e crede che sia tutta una speculazione dei commercianti, come una coppia di anziani. “Per la colazione al bar spendiamo 30/40 centesimi in più. Ma in verità le dico che è aumentato tutto da un giorno all’altro”, dice la signora, mentre il marito rilancia: “Secondo me ci sono un sacco di furbi e nessuno controlla. Perché se fare colazione al bar adesso costa circa 30 centesimi in più, avrebbero dovuto rincarare tutti e invece…”. Poi c’è chi, come la signora Amalia, che non ha troppa voglia di toccare l’argomento e si rifugia nella fidelizzazione: “Da tanti anni vado dagli stessi commercianti e provo a chiedere lo sconto”. Come lei, sono tante le famiglie che tengono botta alla stangata dei prezzi come possono. Perché se aumentano caffè, pane, frutta e verdura, bollette, ma i salari sono uguali, per qualcuno sta diventando un problema arrivare alla fine del mese.
La cosa si fa evidente, passeggiando tra le corsie dei supermercati, dove negli scaffali si notano subito gli spazi dei prodotti in offerta. Sono vuoti, dei buchi neri nelle esposizioni delle merci. Razziati come se fossimo alla vigilia di un’altra pandemia. “Il carrello della spesa è fatto soprattutto di offerte. Oggi notiamo un assalto al caffè, alla pasta, al latte, a tutto quello che nel volantino è in promozione”, racconta una delle cassiere del Gros e a confermarlo sono anche degli studenti universitari appena usciti dal supermarket: “Dobbiamo cercare di contenere le spese, così compriamo cose diverse in supermercati differenti, a seconda delle offerte”. Cosi i romani cercano di districarsi tra offerte, merci di stagione e fidelizzazione con i propri commercianti per cercare di aggirare i rincari, mentre la busta della spesa si fa, comunque, più leggera.