Con una media del 74,22% di raccolta differenziata certificata nel 2020, la Sardegna si è collocata al secondo posto a livello nazionale tra le Regioni considerate più virtuose. Tra le province, è l’Oristanese quella coi risultati migliori, col 79,39%, seguita dal Nuorese col 78,05%, dal Sud Sardegna col 77,76%, dalla Città metropolitana di Cagliari col 73,30% e, infine, dal Sassarese col 70,3 %.
Su 377 comuni sardi, 366 dove risiede il 91% della popolazione, hanno raggiunto il 65% di raccolta differenziata, secondo i dati illustrati stamane dall’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Lampis, in una conferenza stampa.
Orosei, in provincia di Nuoro, è risultato il comune in assoluto più virtuoso, con l’88,52%, mentre in coda alla classifica regionale con il 56,87% si piazza Orune, altro centro del Nuorese. Rispetto al 2019, la percentuale di raccolta differenziata in Sardegna è cresciuta dell’1,32% ed è passata dal 72,9% al 74,22% nel 2020. Il costo medio annuo nell’Isola per il servizio di igiene urbana, per il ritiro e conferimento in discarica dei rifiuti è di 193 euro pro capite. Tra i comuni sardi con oltre 30 mila abitanti che hanno recuperato e riciclato più rifiuti, spiccano Oristano (79,87%), Olbia e Nuoro (76,44%). A seguire, Quartu Sant’Elena, terzo centro dell’Isola per numero di residenti (72,57%), Cagliari (69.94%), Alghero (69,67%). Sassari resta all’ultimo posto (57,20%).
In totale in Sardegna sono state raccolte oltre 713.800 tonnellate di rifiuti, di cui quasi 184 mila da smaltire e più di 529.800 differenziate.
Tra i rifiuti che sono stati più riciclati c’è lo scarto alimentare (quasi 208.780 tonnellate), la carta e cartone (poco più di 91.200 tonnellate), il vetro (75.800 tonnellate) e la plastica (oltre 57.500 tonnellate).
“Oltre a essere la seconda regione a livello nazionale per raccolta differenziata”, ha sottolineato Lampis, “siamo anche la prima del Centro e Sud Italia. L’ambizioso traguardo dell’80% entro il 2022 è alla nostra portata, anche grazie al comportamento virtuoso di comunità importanti. Non posso dimenticare il 5% in più ottenuto dal capoluogo sardo, che ha contribuito a far passare la raccolta differenziata a livello regionale dal 73% del 2019 a più del 74% del 2020”. Lampis non nasconde le criticità, che si presentano soprattutto alla stagione estiva, quando i flussi turistici incrementano la quantità di rifiuti. “Durante questo periodo dell’anno abbiamo notato un aumento di produzione del rifiuto secco indifferenziato. È intendimento della Giunta regionale prevedere un piano di finanziamento di ecocentri costieri, nelle aree con maggior presenza di persone. Vogliamo affiancare a questo anche delle isole ecologiche, nelle località più turistiche, non solo delle coste ma anche delle zone interne”. “Nel 2021 sono stati stanziati circa 500 mila euro a favore di tanti Comuni, per la realizzazione di nuovi ecocentri o l’efficientamento di quelli esistenti”m ha ricordato Lampis. “Sempre l’anno scorso, abbiamo programmato quasi 2 milioni di euro per le attività di bonifica territoriali, sia per i vecchi immondezzai che per altre aree degradate. Tutto questo viene effettuato in stretta collaborazione con gli organi di controllo, sia regionali che dello Stato”.
Per quanto riguarda la situazione dei termovalorizzatori, nell’Isola per ora ce n’è solo uno operativo, ma Lampis ha annunciato che per il secondo, ancora da attivare a Macomer, “la Regione sta seguendo le tempistiche di apertura e confidiamo che già da aprile si possa partire con la fase di affiancamento tra la ditta costruttrice e chi dovrà gestirlo, per formare e professionalizzare quel personale che poi dovrà a mandare a regime l’impianto”.