(di Tiziano Rapanà) Ci risiamo. Il Nutriscore è ancora al centro di uno scandalo enogastronomico, per via di un’uscita infelice di Serge Hercberg. Giorni addietro, il creatore del sistema ha scritto un tweet dove ha espresso la volontà di aggiungere al Nutriscore, una lettera F in campo nero per includere il mondo delle bevande alcoliche. Federvini non l’ha presa bene. Per la presidente Micaela Pallini, si tratta di “un vero affronto all’intelligenza dei consumatori”. Il proponimento di Hecberg è “uno schiaffo per un comparto che rappresenta, da secoli, non solo una ricchezza economica, ma soprattutto un modello di vita e di civiltà. Etichettare in rosso, o addirittura in nero come nel nostro caso, un cibo o una bevanda, significa mettere alla gogna e criminalizzare un prodotto senza associarlo alle modalità o occasioni di consumo”. Anche il direttore generale di Unionbirrai, Vittorio Ferraris, non l’ha presa bene: “In un periodo storico in cui le piccole imprese che producono birra artigianale stanno subendo non pochi danni a causa della pandemia iniziata nel 2020, la notizia della proposta di etichettare la birra con una F nel Nutriscore è un attacco diretto all’economia dei produttori artigianali italiani”. Ferraris rammenta a Hercberg e ai nemici delle bevande alcoliche, l’azione responsabile di Federbirrai mirata alla creazione di “bevitori consapevoli”, grazie a dei corsi di degustazione, in cui si approfondisce la conoscenza dell’universo delle birra, puntando ad un corretto consumo. L’assessore all’agricoltura dell’Emilia-Romagna, Alessio Mammi, eletto con il Partito Democratico, è un altro antagonista della proposta di Hercberg: “L’idea di un bollino nero per il vino è un attacco senza fondamento scientifico a uno dei nostri prodotti più rappresentativi: il vino in Italia e in Emilia-Romagna è un patrimonio economico e sociale. Ma non solo, rappresenta una varietà figlia del nostro ecosistema, anche dal punto di vista della sicurezza idrogeologica con la tutela delle colline, della nostra biodiversità, di consuetudini e tradizioni che, attraverso una bottiglia, raccontano l’identità e il lavoro quotidiano delle comunità”. Alcuni senatori della Lega – Giorgio Maria Bergesio, Gianpaolo Vallardi, Gianfranco Rufa, Cristiano Zuliani, Nadia Pizzol – hanno firmato un’interrogazione in commissione agricoltura, per sollecitare un intervento del ministro in merito all’affaire Nutriscore: “Chiediamo al ministro dell’Agricoltura quali iniziative intenda adottare per impedire che il nostro Paese subisca l’ennesimo inaccettabile attacco da parte del sistema, questa volta diretto verso le bevande che contengono alcool come i nostri vini. Il comparto vitivinicolo, così come gli altri prodotti dell’enogastronomia italiana, rappresenta una delle massime espressioni identitarie dei nostri territori che va tutelata dalle offensive europee”. Sapete come la penso, sono contrario al Nutriscore. Lo ritengo dannoso per la nostra economia: non tutela le eccellenze italiane. Il sistema rischia di danneggiare anche una bevanda che contiene una minima e insignificante quantità di alcol. Basta con le fisime salutistiche e con l’opprimente manicheismo, che non vuole tenere conto delle sfumature della vita. Beviamo felici, alla faccia del Nutriscore.