Cambiano le regole, la pandemia fa meno paura ma i problemi non mancano. L’assessore annuncia un allentamento della tensione generale nel breve termine, ma il ritorno alla normalità in Asl e ospedale è un processo lungo e faticoso. Intanto si insegue una precaria normalità cercando di sistemare più pratiche sospese e arretrate possibili, organizzando al meglio l’attività corrente e ragionando sui nuovi servizi che il Pnrr pare renda possibile. Alessio D’Amato li ha presentati tutti, i nuovi progetti, capoluogo per capoluogo; stando a quel che si annuncia si avvina una stagione di grandi e piccole opere. Si avvicina poi lentamente la scadenza elettorale, e tutti i politici sembrano più buoni. Dire che va meglio non vuol dire che sia tutto finito. Il covid continua a contagiare, i morti ci sono, e anche il ritorno alla normalità dei guariti spesso non è cosa semplice. I privati sono stati chiamati ad entrare nel gioco, ma non è cosa semplice. In qualche caso funziona, allargando la platea delle strutture a disposizione per vaccini e tamponi, in qualche caso le polemiche non mancano. Vedi le difficoltà di Silvia Cavalli a Latina, ad esempio. I Dg più reattivi se la cavano e investono nel futuro. Interessanti i filoni di intervento della Asl Roma 4 (Cristina Matranga), di Giuseppe Quintavalle (Tor Vergata); Narciso Mostarda è ancora in affanno per il doppio incarico a San Camillo e Asl Roma 6, Daniela Bonetti (Asl Viterbo) si dà parecchio da fare e lo fa sapere. Francesca Milito cerca di venire a capo di una azienda difficile (Asl Roma 3). Altri sono nell’ombra e si limitano ad amministrare l’ordinario. O giù di lì.
Il nuovo quotidiano di Roma e del Lazio