Le fake news non colpiscono soltanto i social network. Come dice un articolo pubblicato da BBC News, è in corso una lotta per salvare Wikipedia dalla disinformazione.
Wikipedia, l’enciclopedia libera nata nel 2001, è diventata uno dei siti Web più famosi al mondo ed è pubblicata in più di 300 lingue diverse. Solamente la versione inglese conta più di nove miliardi di pagine visualizzate al mese. Secondo i principi di un’enciclopedia libera online, essa può essere modificata da chiunque. Se da un lato questo il libero contributo permette una copertura capillare degli argomenti dell’enciclopedia, dall’altro la rende anche facile alla manipolazione.
Wikipedia è soprattutto tormentata dai negazionisti del cambiamento climatico, i quali hanno intrapreso una guerra di editing anonimo per dar voce alle loro opinioni. Dall’altra parte, un gruppo di volontari sta lavorando per controllare il vandalismo degli anti-attivisti. Wikipedia in inglese è la versione più ampia e, secondo gli editori intervistati da BBC News, quella in cui è possibile trovare la copertura più affidabile del cambiamento climatico. Di conseguenza, risulta essere il bersaglio prediletto dai negazionisti. Stando alle testimonianze, la sottigliezza non è certo il loro forte. In un’occasione, per esempio, qualcuno ha suggerito che gli esperti climatici di tutto il mondo appartengano a un’organizzazione comunista segreta. Un altro utente ha modificato tutti i paragrafi con il termine “presunto”, lasciando erroneamente intendere che la scienza alla base del problema fosse solo un’ipotesi. Infine, l’intero testo di un articolo sui cambiamenti climatici è stato trasformato in un collegamento ipertestuale, il quale rinviava gli utenti a un articolo sulle fake news.
Secondo Alex Stinson, Senior Strategist della Wikimedia Foundation (fondazione senza scopo di lucro che gestisce Wikipedia), la disinformazione climatica va dalla negligenza alla disinformazione attiva. Wikipedia non ha una politica di veto sulla negazione del cambiamento climatico, ma il regolamento insiste sull’obbligo di citare fonti autorevoli e certe, discriminando alla radice i contenuti non scientifici. “L’organizzazione ha le carte in regola per affrontare il problema. Tutti gli studi suggeriscono che il nostro sistema immunitario naturale contro la disinformazione sia efficace al 97%”, dice Stinson. Oltre agli editori umani, l’organizzazione utilizza anche semplici bot informatici per combattere il vandalismo digitale. Inoltre, gli articoli di alto profilo, inclusi alcuni sul clima, beneficiano di ulteriori livelli di protezione: possono essere modificati solo da utenti provvisti di autorizzazione. Tuttavia, ci saranno sempre aree del sito web più difficili da monitorare. “Ci sono oltre 6 milioni di articoli su Wikipedia in inglese”, afferma Stinson. “Non tutti sono sottoposti allo stesso tipo di controllo universale della comunità”.