Il 2021 è stato l’anno della ripresa dopo lo shock della pandemia. È quanto evidenzia l’indagine congiunturale trimestrale realizzata dall’Unione Industriali Torino e da Confindustria Piemonte, che ha registrato il progressivo consolidamento della fiducia delle imprese sul territorio. Il 2020 si era chiuso in un clima di incertezza e preoccupazione, legato alla ancora problematica evoluzione della pandemia. La maggioranza delle imprese prevedeva una ulteriore riduzione dei livelli produttivi e del portafoglio ordini, dopo un anno di forte flessione; gli investimenti erano molto deboli e oltre un terzo delle imprese aveva intenzione di fare ricorso alla Cig. Il tasso di utilizzo degli impianti era sceso a livelli storicamente molto bassi. Da marzo 2021 l’indagine ha registrato un progressivo rafforzamento delle aspettative, con indicatori risaliti nel periodo estivo a valori tipici delle fasi espansive. Gli investimenti hanno segnato una rapida, consistente accelerazione; l’utilizzo degli impianti è ritornato ai livelli pre-crisi. Il miglioramento ha interessato gran parte dei settori: a partire dalla manifattura, ma anche i servizi alle imprese come logistica e ICT.La rilevazione di dicembre, condotta su un campione di 1.200 imprese manifatturiere e dei servizi, registra un lieve raffreddamento delle attese, in linea con il trend comune al Paese e a tutta l’Europa. La buona tenuta degli indicatori strutturali rilevati dalla nostra indagine conferma che non siamo in presenza di un peggioramento reale del ciclo. Infatti il tasso di utilizzo degli impianti rimane saldamente su livelli elevati; non aumenta il ricorso alla CIG; non decelerano gli investimenti; restano buoni i tempi e le condizioni di pagamento. Per Giorgio Marsiaj, presidente dell’Unione Industriali Torino dell’Unione “Per il 2022 tutti gli scenari di previsione sono ottimistici sia per l’economia globale, sia per l’Italia e il Piemonte. Ma allo stato attuale la verità è che l’economia globale, e quindi anche locale, resta fortemente condizionata dalla pandemia, con la variante Omicron che sta già costringendo alcuni paesi a nuovi lockdown”. “Altri fattori di incertezza – aggiunge – riguardano la crescita dell’inflazione, l’escalation dei prezzi delle materie prime e dell’energia, l’impennata dei costi della logistica, la mancanza di alcuni materiali e componenti strategici come i microchip. In questo scenario, noi imprenditori torinesi dobbiamo continuare a investire nelle nostre aziende per irrobustirle e inserirle in filiere competitive che sappiano cogliere le opportunità derivanti dal Pnrr, creare lavoro e contribuire così a una maggior inclusione sociale”. “A due anni dall’inizio della pandemia – spiega il presidente di Confindustria Piemonte Marco Gay – i piemontesi guardano al futuro con maggiore ottimismo. Un atteggiamento positivo che, spiega un recente studio del Centro studi Luigi Bobbio, nasce dal convincimento che questa fase di grande trasformazione può creare molte nuove opportunità tramite digitalizzazione, tecnologia e Pnrr. Anche la nostra indagine congiunturale per il primo trimestre 2022 va in questa direzione, con il ricorso alla cassa integrazione che scende ancora e il tasso di utilizzo degli impianti che resta stabile. Sono dinamiche che si estendono a tutto il territorio regionale e a tutti i settori”. “Non possiamo però ritenerci soddisfatti – aggiunge – la sfida contro il Covid-19 non sarà infatti vinta finché non ridurremo le forti diseguaglianze che la pandemia ha generato: serve una crescente attenzione verso l’inclusione, di genere ed anagrafica, che metta al centro formazione, riqualificazione professionale e trasformazione digitale delle aziende e delle filiere”.