Il provvedimento, sospeso a causa del Covid, potrebbe riattivarsi da aprile
Il Lazio è la Regione che probabilmente farà da apripista vietando l’uso delle Euro 4 all’interno della zona verde della città non soltanto durante i fine settimana o le targhe alterne, il blocco sarebbe continuo. Stessa situazione anche sulle grandi, medie e piccole città delle Regioni settentrionali che avrebbero già attuato il divieto se non ci fosse stata la pandemia. Un problema non da sottovalutare, visto che si tratta di auto e veicolo venduti fino a tutto il 2010, e posseduti da circa dieci milioni di cittadini. Disfarsene, in breve tempo, non sarà semplice per nessuno. Questo provvedimento è solo il primo atto di una transizione energetica che decreterà la fine della produzione delle auto a motore termico dal 2035.
Gli assessori di Roma, come si legge sul Messaggero, chiedono comunque cautela nonostante i livelli di inquinamento siano spesso molto elevati e c’è l’urgenza di ridurli in tempi brevi. Ma dato che non si può pensare di mandare in pensione 10 milioni di veicoli tutti in una volta, è stata chiesta una proroga all’Ue. Fino al 31 marzo rimarrà tutto invariato, ma poi? La Regione Piemonte, dove l’aria è una delle più inquinate del Paese, ha fermato la circolazione delle diesel Euro 4 fino al 15 aprile nei giorni feriali dalle 8,30 alle 18,30 (a Torino e nei Comuni della città metropolitana dalle 8 alla 19). Il blocco si può estendere anche al sabato e ai giorni festivi “se l’allerta sale al primo livello arancione”. Livello arancione significa estendere il blocco anche alle vetture Euro 5. Situazione analoga anche ai veicoli merci. Dovesse andare in porto questo blocco, quasi 100 città con oltre 10mila abitanti andrebbero in tilt. Lombardia e Veneto, a differenza del Piemonte, hanno momentaneamente sospeso il blocco a causa dello stato di emergenza ma si riattiverebbe subito nel caso di livello arancione anche per le diesel Euro 5. Discorsi simili per Emilia-Romagna e Sud Italia, Campania in testa, pronte a riattivare i blocchi nel caso di emergenza inquinamento. Per capire cosa accadrà bisognerà aspettare almeno fino al 31 marzo, giorno in cui dovrebbe decadere lo stato di emergenza per la pandemia.