“Quando applichiamo in progetti europei come Horizon 2020, il ritorno nel settore Spazio in Italia è pari al 13% del budget”
Il 15 dicembre del 1964 veniva lanciato il San Marco 1, il primo satellite italiano, che rese l’Italia uno tra i primi Paesi al mondo a superare l’atmosfera terrestre. Oggi, a 57 anni di distanza, si celebra la prima Giornata Nazionale dello Spazio, istituita per ricordare il ruolo dell’Italia nelle missioni spaziali e per far conoscere ai cittadini le nuove frontiere dello spazio extra orbitale: dalle esplorazioni su Marte e sulla Luna alle connessioni con il mondo terrestre. La prima Giornata Nazionale dello Spazio, celebrata il 16 dicembre, è stata inaugurata questa mattina con un evento organizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), aperto dal ministro con delega alle attività spaziali ed aerospaziali, Vittorio Colao; dal presidente dell’Asi, Giorgio Saccoccia e dalla ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa.
“Questa giornata è stata pensata per voi giovani, per comunicarvi le opportunità che lo Spazio potrà offrirvi. Un’area che potrà essere interessante per voi, per il vostro sviluppo personale e scientifico, ma anche per il Paese”, ha detto in apertura il ministro Colao, rivolgendosi agli studenti dell’istituto ‘Enrico Fermi’ di Velletri presenti nella sede dell’Asi a Roma, e agli altri giovani collegati da remoto. Il ministro ha invitato i ragazzi e le ragazze a conoscere meglio questo settore, in cui nei prossimi anni si apriranno molte opportunità, dalla tecnologia alla ricerca, fino alla giurisprudenza.
“Vi incoraggio a cercare di capire se c’è un angolo che vi piace nel mondo dello Spazio- ha aggiunto Colao- Nel Pnrr abbiamo grandi risorse per potenziare questo settore, e l’Asi è l’attore principale che dovrà orchestrare queste risorse. L’Italia è uno dei fondatori dello Spazio europeo– ha concluso il ministro- La storia va celebrata anche per avere aspirazioni future e questo è il nostro obiettivo di oggi: trovare risorse e persone che porteranno avanti questa storia”.
Per Giorgio Saccoccia, presidente di Asi, osservare la Terra “serve a proteggerla, a prevenire cambiamenti climatici, studiare la possibile evoluzione di fenomenologie ma anche monitorare nostro patrimonio culturale”. E poi realizzare connettività, fornire servizi internet. “Le opportunità offerte dallo Spazio entrano anche nel nostro quotidiano- ha aggiunto Saccoccia- migliaia di prodotti che usiamo tutti i giorni sono il risultato di sviluppi fatti in questo campo, dai tessuti per indumenti tecnici, a materiali sofisticati fino ai sistemi di monitoraggio in ambito sanitario”. Un settore, quello extraterrestre, in cui l’Italia continuerà ad essere protagonista, con ricerche sulla superficie lunare e sull’esplorazione robotica marziana. “Missioni affascianti che ci portano a studiare la fisica dell’universo per capire come si è sviluppato- ha spiegato il presidente di Asi- Un viaggio continuo perché l’Italia, insieme ai suoi partner, sta sviluppano nuove missioni”.
Da pochi giorni, è stata lanciata insieme alla Nasa la missione Ixpe, che studierà l’Universo attraverso la polarizzazione dei raggi X. E per farlo utilizzerà una tecnologia tutta made in Italy. “In Italia la ricerca è forte, e quella dello Spazio in particolare- ha spiegato la ministra dell’Università e della Ricerca Maria CristinaMessa- Quando applichiamo in progetti europei come Horizon 2020, il ritorno nella settore Spazio in Italia è pari a 13% del budget, con una media italiana dell’8-9% negli altri ambiti: vuol dire che il nostro Paese è molto competitivo in questo campo, e coinvolge università e impresa. Questo ministero vuole stimolare la creazione di nuovi corsi di laurea e dottorati di ricerca per trasferire nuove competenze a chi vuole cimentarsi in questo settore- ha aggiunto- ma un altro compito è anche quello di offrire le condizioni e le opportunità perché i giovani ricercatori possano tornare in Italia e attuare un forte ricambio generazionale”.
Come Eleonora Ammanito, ricercatrice Sapienza partita per gli Stati Uniti e rientrata poi in Italia grazie a una posizione aperta dall’Asi, che ha raccontato la sua esperienza ai giovani presenti in sala. Presente all’evento anche Fabrizio Curcio, capo del Dipartimento della Protezione Civile, che ha spiegato le applicazioni sul territorio nazionale degli studi svolti nello Spazio, e il professor Luciano Guerriero, primo Presidente Asi, che ha parlato delle origini dello Spazio, da Broglio alla nascita dell’Agenzia Spaziale Italiana. ”Oggi abbiamo opportunità impensabili fino a 20 anni fa”, ha commentato.
Nel corso della diretta sono stati annunciati anche i vincitori del contest ideato per attrarre nuove idee e contributi dalle università italiane ed europee. Il primo studio selezionato, presentato dall’Università di Bologna, si riferisce a un sistema modulare per allungare la vita dei satelliti. Il secondo premio, vinto da 6 università argentine, è una soluzione per scambiare dati con la Luna; mentre il terzo, vinto dall’Università di Siena con l’Università francese di Rennes, si riferisce alle antenne satellitari. “Lo Spazio è entusiasmo- ha detto Roberto Vittori, astronauta italiano dell’Esa-Asi– Quando voi avrete la mia età, il mondo sarà totalmente diverso. Lo Spazio sarà il vostro luogo di lavoro- ha detto ai giovani– E l’Italia sarà presente e protagonista nei prossimi 20 anni”.