Si prospetta un ulteriore rallentamento del PIL a dicembre che dovrebbe ridursi dello0,3% congiunturale. Nel confronto annuo la crescita si dovrebbe attestare al 6,7%, dato determinato dal raffronto con un mese in cui nel 2020 il periodo festivo fu connotato da uno stretto lockdown. Confermata la stima di una crescita del Pil nel 2021 del 6,2%. Lo stima Confcommercio che prevede, a dicembre, un’inflazione al 3,8%.
L’Icc indica, nel confronto annuo, una variazione dell’11,6%, frutto di una crescita del 46,8% per i servizi e del 2,6% per i beni. Nonostante i recuperi registrati dalla scorsa primavera, la domanda delle famiglie si mantiene ancora a livelli significativamente piu’ bassi rispetto al 2019. Per alcuni segmenti dei servizi bisognerà attendere almeno fino alla fine del 2022 per tornare sui livelli pre-pandemici. La minor dinamicità dell’economia si associa ad un progressivo innalzamento dell’inflazione. Per il mese di dicembre stimiamo un incremento dei prezzi al consumo dello 0,3% su base mensile e del 3,8% su base annua. Nella media del 2021 i prezzi al consumo dovrebbero segnalare una crescita dell’1,9%, lasciando peraltro un’eredità molto pesante al 2022.
“Come paventato, il 2021 si chiude all’insegna di molteplici incertezze. La recrudescenza della pandemia e l’emergere di nuove varianti stanno portando, in molti Paesi, all’inasprimento delle misure di contenimento. Seppure la situazione mondiale, grazie all’avanzamento delle campagne vaccinali, appare meno preoccupante rispetto allo scorso anno vi è il rischio di un ridimensionamento della crescita globale”, ha spiegato l’Ufficio Studi dell’Associazione.
A questo si aggiungono “i timori legati ai possibili effetti della ripresa dell’inflazione. Allo stato attuale e’ sempre piu’ difficile ipotizzare un rientro nel breve periodo di questa tendenza”. L’Italia, al momento, appare in condizione piu’ favorevole rispetto ad altre economie, sia dal punto di vista pandemico sia da quello della diffusione e dell’intensità dell’incremento dei prezzi. Tuttavia, si consolidano i timori per una crescita meno brillante del previsto per il 2022. Sul versante dei consumi la stima per novembre, condizionata nella sua dimensione dal raffronto con un periodo di forti restrizioni, consolida la tendenza alla ripresa della domanda per i servizi.