Dalla Caritas di Roma l’allarme povertà anche nel centro della Capitale. “Sono diversi anni che la crisi morde duramente la città di Roma, anche zone centrali come la nostra, all’ombra della Basilica di San Giovanni in Laterano – dice Don Antonio Pompili, del Centro Caritas di San Giovanni e parroco della parrocchia di San Martino I Papa a Roma – con il sopraggiungere del Covid, riceviamo richieste di alimenti fino al +150%, che non sempre siamo pronti a soddisfare pienamente. Noi ci basiamo solamente sulla spesa che condividono con noi i parrocchiani. Quello di San Giovanni, un zona di 60.000 persone, grande quanto una città, con tutte le sue periferie esistenziali, che forse si nascondono meglio tra bei negozi e le strade del passeggio. Eloquente il rapporto Censis di questi giorni, che riflette la realtà che viviamo, dove si sottolinea l’enorme frattura del ceto medio e le difficoltà economiche in tutto il Paese, e il Cetro dovre cresce la povertà del +67,6%”. Secondo il nuovo Rapporto Censis, nel 2020 sono 2 milioni le famiglie italiane che vivono in povertà assoluta, con un aumento significativo rispetto al 2010, quando erano 980.000: un aumento del +104,8%. La tendenza è più eccentuata al Nord (+131,4%), con tassi preoccupanti anche al Centro (+67,6%) e al Sud (+93,8%). Questo quanto emerge dal 55esimo rapporto pubblicato in questi giorni.
“Il nostro più grande lavoro, come sportello Caritas Diocesano, è quello di intercettare queste persone nella nostra zona – spiega Don Antonio Pompili – per vergogna o per paura, molte volte per loro non è facile presentarsi ad un centro d’aiuto come il nostro. Ma noi gli facciamo capire che può capitare a tutti nella vita, e che tutti hanno bisogno d’aiuto. Ogni famiglia, a seconda della composizione, riceve un bel pacco in proporzione, con pasta, pomodoro, tonno e carne in scatola, caffè e una bottiglia d’olio d’oliva una volta al mese”. A monte di tutto c’è il ruolo principale dello sportello d’ascolto Caritas, “dove alcune persone specializzate – racconta il parroco – accolgono le persone in difficoltà e cerchiamo di comprendere le esigenze umane che vanno spesso ben oltre la sola necessitià di cibo. Anche l’aiuto delle persone è fondamentale, le persone possono dedicare uno o più giorni nel dialogare con le persone assistite o nella distribuzione di generi alimentari”.