Conferenza nazionale sul clima e forum di Legambiente
Migliorare l’efficienza energetica, far crescere le fonti rinnovabili, aumentare la capacità di accumulo, far salire la quota elettrica dei consumi energetici, sono questi i punti d’accordo per dosare il rincaro dei prezzi dell’energia.
L’elemento critico è il tempo in vista dell’accelerazione dei danni causati dalla crisi climatica.
La Conferenza nazionale sul clima promossa da Italy for climate ha proposto una legge sul clima con l’obiettivo primario la diminuzione del -55% del effetto sera. Strada già presa da Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, Paesi che hanno progressivamente accelerato l’impegno ambientale.
In Italia i consumi di energia sono cresciuti del 9% tra il 1990 e il 2019. Le emissioni serra si sono ridotte di appena 10 milioni di tonnellate di CO2 dal 2014 e il 2019. Le fonti rinnovabili sono rimaste ferme dal 2015 al 2019: oggi l’installazione di nuovi impianti procede a un ritmo 10 volte più lento di quello che servirebbe a raggiungere il traguardo indicato dal governo per il 2030. Situazione strettamente legata agli ostacoli burocratici che rallentano la trasformazione dei rifiuti in materiali riutilizzabili.
Per rispettare l’impegno assunto dall’Italia – è stato calcolato alla Conferenza nazionale sul clima – entro il 2030 sarà necessario ridurre i consumi energetici di circa il 15%. E raddoppiare la produzione di fonti rinnovabili, portandole nel settore elettrico al 70% del totale nazionale. In questo modo le rinnovabili arriverebbero a soddisfare circa il 43% del fabbisogno energetico italiano. Un passo avanti che permetterebbe di arrivare a una società a emissioni nette zero al 2050, seguendo le indicazioni dell’Unione Europea.