La città più cara del mondo per il settimanale ‘The Economist’, che ogni sei mesi elabora una serie di dati nel suo Worldwide Cost of Living Survey, è Tel Aviv, mentre Roma fa registrare il calo più forte per via del crollo dei prezzi dell’abbigliamento e dei beni di prima necessità. Alle spalle della metropoli israeliana si piazza Parigi (a pari merito con Singapore), seguita da Zurigo, Hong Kong e New York. Ultima – nella classifica che esamina i costi di più di 200 prodotti e servizi in 173 paesi – la capitale siriana Damasco. La 48ma, piazzandosi poco davanti a Berlino, che si conferma come capitale ‘a buon mercato’, con un calo di otto posti al numero 50 che ne fa la più economica delle sei città tedesche elencate. Francoforte è la città tedesca più costosa e occupa il 19° posto. Se Roma fa registrare la discesa più forte in termini di posizioni (con un costo della vita di 77 punti, rispetto ai 100 di New York), il balzo più forte è quello di Tehran che con 81 punti (+19 punti) balza dalla 50ma alla 29ma posizione. L’indagine di The Economist evidenzia l’impatto dell’inflazione sui costi della vita, per via dei rialzi causati dai problemi della catena di approvvigionamento e dalle misure legate al coronavirus che hanno limitato la produzione e gli scambi commerciali. I costi di trasporto hanno registrato un forte aumento a causa dell’aumento dei prezzi del petrolio, ma incrementi significativi si registrano anche nella spesa per tempo libero, tabacco e igiene personale. Complessivamente il settimanale inglese registra il tasso di crescita dei prezzi più alto degli ultimi cinque anni, al 3,5% su base annua in valuta locale nel 2021, a fronte di un aumento di appena l’1,9% nel 2020 e 2,8% nel 2019.