I ragazzi che trascorrono molto tempo su pc, tablet e smartphone manifestano più frequentemente un disturbo del comportamento (ADHD). A indagare sui possibili effetti negativi di un uso ormai consolidato nella vita quotidiana di milioni di ragazzi è uno studio multidisciplinare condotto dalle Università di Ginevra in Svizzera e dall’Università del Lussemburgo. Secondo gli studiosi, l’associazione tra uso dei mezzi tecnologici e ADHD non sarebbe solo generata dalla quantità di tempo trascorso davanti a uno schermo ma anche dal cosiddetto multitasking, ovvero dal passaggio da uno schermo all’altro, tra smartphone, tv, consolle e tablet. I risultati completi di questa indagine sono pubblicati su Plos One. Non è facile stabilire un’associazione valida tra uso media e disturbi attentivi, dicono gli autori. Anche se la letteratura esaminata è piena di ipotesi sulle potenziali relazioni causali tra due costrutti qualsiasi, spesso mancano semplicemente i dati a supporto di affermazioni specifiche. Non è chiaro, ad esempio, perché esattamente il tempo totale sui media debba essere correlato con un disturbo dell’attenzione se ci sono potenzialmente molte variabili confondenti, ad esempio, abitudini multitasking dei media. Inoltre, il tempo totale sui media potrebbe avere solo un effetto indiretto. Ad esempio, può avere effetti negativi sul sonno, che potrebbe essere la vera causa del ridotto funzionamento cognitivo, mentale salute e rendimento scolastico. Per superare questi limiti, la ricerca ha cercato di raccogliere per ogni partecipante un insieme più ampio di dati che coprono sia i diversi aspetti delle loro abitudini di utilizzo dei media, ma anche aspetti della loro funzionamento cognitivo, la loro salute mentale e, nel caso dei bambini, le variabili relative alla scuola. Ai fini dello studio, tre aspetti principali del comportamento di consumo dei media: le ore totali dei media, multitasking multimediale e videogiochi. La popolazione di bambini di età compresa è tra 8 e 12 anni, un periodo di sviluppo particolarmente vulnerabile per la formazione dell’identità, dello sviluppo socio-emotivo e con una maggiore maturazione cognitiva abilità come le funzioni esecutive. Il lavoro affronta le relazioni tra le ore totali dei media, multitasking multimediale e uso videogiochi e il controllo attentivo e comportamentale (misurato sia attraverso test cognitivi che questionari), salute mentale e sonno, voti, grinta e mentalità. I risultati confermano anche che il consumo di media aumenta con l’età: in questo campione di bambini svizzeri, la quantità di contenuti multimediali è aumentata costantemente di un’ora giornaliera per anno di età. Dalle 8 alle 12, le ore giornaliere di uso dei media sono aumentate da circa 5 a 9 ore. Inoltre, il numero medio di ulteriori media che i bambini contemporaneamente è aumentato da un valore di 0,66 all’età di 8 anni a un valore di 1,61 all’età di 12 anni. In particolare, ragazze e ragazzi non differivano in termini del tempo totale dei media o della quantità di multitasking multimediale, a differenza di altri studi che riportano che le ragazze fanno più multitasking rispetto ai ragazzi. Le ragazze e i ragazzi differivano tuttavia nei tipi di media consumati, con i ragazzi che riportano maggiori quantità di videogiochi, specialmente quelli contenenti meccanismi simili all’azione. In conclusione, dicono gli esperti, la complessità della misurazione del consumo dei media richiede un cambio di paradigma metodologico che integri più variabili. In più, dato il rapido e mutevole panorama dei media digitali e la complessità dell’argomento, sembrerebbe vantaggioso coordinare studi multidisplinari, condividere sistematicamente dati e metodi su best practice e in generale, incrementare le ricerche in questo settore.